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Sharon Verzeni, la pista del “balordo”: «Aveva una maglietta gialla, è sparito ma posso riconoscerlo»

sharon verzeni omicidio balordo maglietta gialla
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Altri testimoni si fanno avanti. E indicano un cittadino marocchino nel frattempo scomparso. I 4 quella sera in piazza 7 Martiri e il primo indagato

La pista del balordo nell’omicidio di Sharon Verzeni a Terno d’Isola prende forza. O almeno è quella a cui dà più credito la famiglia. Compreso il fidanzato Sergio Ruocco: «L’avevo detto fin dall’inizio. È giusto controllare anche queste persone come controllano tutti». Un testimone ha intanto fatto sapere che uno degli spacciatori che “lavorava” in via Castegnate e nelle altre zone attigue è sparito dal giorno dell’omicidio. La procuratrice Maria Cristina Rota però sembra ottimista: «Abbiamo delle ragioni per pensare che arriveremo a una soluzione del caso in tempi non lunghi. Ma in questo momento lasciateci lavorare». Il pm Emanuele Marchisio intanto indaga. E c’è chi dice che quella sera in zona c’erano 3 o 4 persone. E uno dei frequentatori abituali è sparito

Il testimone

Nei giorni scorsi si era fatto avanti un testimone. Si tratta del titolare di un chiosco di alimentari in piazza 7 martiri. Ha raccontato già ai carabinieri che una decina di cittadini stranieri, in gran parte marocchini, è solita stazionare nella zona dell’omicidio. Prima sono spariti, poi sono ricomparsi. Tutti tranne uno. Ovvero un uomo di circa 35 anni che non si vede più da settimane. Oggi, aggiunge il Quotidiano Nazionale, arrivano ulteriori dettagli: Mohamed Afifi, il 30enne egiziano titolare della pizzeria Mony’s in via Roma, a pochi passi a piazza VII Martiri ha parlato di un marocchino di cui non ha saputo riferire il nome. Si tratta, ha sostenuto, di una persona nota per il suo carattere aggressivo, uno degli attaccabrighe che «si ubriacavano rompendo bottiglie» e infastidivano i passanti.

Il marocchino sparito

«Quella sera l’ho notato attorno alle 23.45. Non lo vedo più da un mese, e per aver parlato con i carabinieri ho anche subito minacce». Lo ha descritto come un uomo alto circa 1.70, di circa 35 anni, «corporatura normale», barba e capelli corti castani. «Quella sera indossava una maglia gialla o arancione. Se ci sono immagini potrei riconoscerlo». Al Qn c’è anche chi racconta che quella sera erano in 3 o 4 in zona. «Ma non c’è da meravigliarsi», precisa una negoziante della piazza: «Si vede che quella sera gli spacciatori si erano già ritirati e i loro clienti erano andati a infrattarsi. Una volta c’era un giorno fisso per lo spaccio: il giovedì. I pusher si presentavano con lo zainetto e cominciava il movimento. Adesso sarà cambiato».

I 4 che c’erano quella sera

E ancora: «Qui, di pomeriggio, arriviamo a contare anche trenta o quaranta persone, perché viene gente da altri paesi. Quel giorno sarà stato lo stesso. Tutti in piazza nel pomeriggio e via la sera, tranne quelli che si fermano a dormire in macchina perché non hanno casa». Una cliente precisa: «Spacciano ancora, anche all’angolo della telecamera, quella che sicuramente ha ripreso la povera Sharon mentre dalla piazza imboccava via Castegnate». Parla anche il pensionato 75enne che è stato indagato da testimone per reticenza: «Sono stato denunciato. Ma io non ho mai detto che dormivo. Aspettavo mia moglie, mia figlia e il bambino. Sono arrivati. Abbiamo fatto il bagno al bambino. Ho fumato. Dopo mi sono messo a dormire. Ma dopo, solo dopo».

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