Sharon Verzeni, il padre dopo l’arresto dell’assassino: «Siamo sollevati, è la fine delle speculazioni sulla sua vita» – Il video

Il pensiero del padre va anche al compagno della figlia: «Ci affidiamo a Dio per aiutare noi e Sergio a convivere con il nostro dolore»

«Siamo sollevati». Così Bruno Verzeni, il padre di Sharon, la donna uccisa a Terno d’Isola tra il 29 e il 30 luglio, descrive ciò che provano in famiglia dopo l’arresto dell’assassino, l’italiano Moussa Sangare di 31 anni. È la parola fine al caso di cronaca che da un mese aveva scosso la bergamasca, tra voci, presunti finti testimoni e sospetti ingiustificati sul compagno di Sharon, Sergio Ruocco, mai indagato dagli inquirenti.


«Speculazioni sulla vita di mia figlia»

La scoperta dell’assassino per Bruno Verzeni trova «spazza via anche tutte le speculazioni che sono state fatte sulla vita di Sharon e di Sergio». A lui, sempre difeso dalla famiglia della vittima, va anche un pensiero: «Ci affidiamo a Dio per aiutare noi e Sergio a convivere con il nostro dolore e con il pensiero di quello che nostra figlia ha subito». Il signor Verzeni ha voluto ringraziare anche «coloro che hanno testimoniato e hanno permesso di arrivare ai risultati di oggi». Una chiamata alla responsabilità in modo che «l’assurda e violenta morte di Sharon non sia vana e provochi in tutti maggiore sensibilità al tema della sicurezza del nostro vivere». Infine, un ringraziamento è anche andato agli investigatori e al lavoro che hanno condotto e che ha permesso di concludere il caso a un mese esatto dalla morte della figlia: «Ringraziamo la Procura della Repubblica di Bergamo per la competenza e la tenacia che ha dimostrato. Inoltre un grazie ai nostri avvocati per i preziosi consigli e per la loro vicinanza».


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