Vertice di maggioranza, la Lega invia «per errore» una nota congiunta sull’Ucraina. Poi rettifica: «Colpa della fretta»
Tre ore di vertice che sanciscono la ripresa dell’attività di governo. Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Matteo Salvini e Maurizio Lupi si sono riuniti a Palazzo Chigi – prima del Consiglio dei ministri – per affrontare le questioni da dirimere entro fine anno. La legge di Bilancio, ovviamente, ma anche le posizioni da assumere in ambito internazionale. Il tentativo, avviato già da qualche giorno, è quello di presentarsi davanti all’opinione pubblica estremamente coesi, soprattutto dopo le schermaglie tra Forza Italia e Lega intorno allo ius scholae e all’autonomia, che hanno incendiato il dibattito di agosto. C’è, però, qualcosa che sfugge rispetto alla ventilata «solidità e compattezza del centrodestra». Non è un mistero, ma il Carroccio ha sempre mantenuto un approccio più “diplomatico” nei confronti dell’aggressione di Vladimir Putin all’Ucraina. E nella nota che diffonde il suo staff al termine del vertice, si legge: «Appoggio a Kiev, ma contrari a ogni ipotesi di interventi militari fuori dai confini ucraini».
Frase che, dopo un po’, viene cancellata insieme al resto del comunicato inviato via Whatsapp. Anche perché si trattava di un comunicato fatto passare per congiunto. In realtà, nelle versioni circolate negli ambienti di Fratelli d’Italia e Forza Italia, mancava il riferimento alle operazioni militari ucraine sul suolo russo. Quindi, eliminata la prima nota, viene inviata una seconda con scritto: «Condivisione sulla crisi in Medio Oriente e sulla posizione del governo italiano relativamente alla guerra in Ucraina». Punto. Nessun riferimento, ad esempio, all’avanzata dei soldati di Kiev nell’Oblast’ di Kursk. «Scusate, nella fretta ho inviato una versione del comunicato che poi è stata modificata. Non era una modifica di contenuto, sopra trovate quella corretta», si affretta a scrivere lo staff di Salvini. Ed è lo stesso vicepremier, poco dopo, a cercare di placare la divergenza tradita dalla prima versione della nota: «Il testo, inviato per errore ma subito corretto, è stato modificato in pieno accordo con tutti gli altri leader solo per scelta stilistica e non di contenuto. Si tratta di un semplice errore».
Eppure è proprio sull’invio di armi a sostegno dell’Ucraina e sull’uso che ne fanno che emerge il discrimine tra le varie posizioni dei partiti, in Italia e negli altri Paesi. Per il resto, la «nota congiunta del centrodestra» è rimasta inalterata: «I leader hanno rinnovato il patto di coalizione, garanzia di efficacia e concretezza dell’azione di governo. Un bilancio positivo sostenuto da dati macroeconomici incoraggianti, a partire dal buon andamento della crescita dell’occupazione. È stata ribadita l’unità della coalizione e sono determinati a continuare il lavoro avviato per tutta la legislatura, portando a compimento le riforme messe in cantiere e attuando il programma votato dai cittadini. Anche per questo la prossima legge di bilancio, come le precedenti, sarà seria ed equilibrata, e confermerà alcune priorità come la riduzione delle tasse, il sostegno a giovani, famiglie e natalità, e interventi per le imprese che assumono». E dopo il passaggio limato sull’offensiva Ucraina a Est, si legge: «Da 30 anni il centrodestra conferma la propria solidità e compattezza, con la capacità di trovare sempre la sintesi tra le diverse identità che lo compongono e dare risposte ai cittadini».
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