Von der Leyen conferma: «Nominerò un commissario alla Difesa». Non si ferma la polemica sulle armi a Kiev
È ancora presto per sapere chi farà parte della nuova squadra di governo guidata da Ursula von der Leyen. Ma è certo che ci sarà una novità: un commissario europeo alla Difesa. Lo ha annunciato la stessa presidente della Commissione europea, parlando al Globsec Forum di Bratislava: «Anche se gli europei prendono sul serio le attuali minacce alla sicurezza, ci vorranno tempo e investimenti per ristrutturare le nostre industrie della difesa». Le parole di von der Leyen, che lo scorso luglio è stata rieletta per un secondo mandato alla guida della Commissione, riflettono un cambio di priorità per l’esecutivo Ue. L’obiettivo di Bruxelles, ha aggiunto ancora dal palco di Bratislava, «deve essere quello di costruire una produzione di difesa di dimensioni continentali».
L’importanza del sostegno a Kiev
A spingere i vertici Ue a mettere a punto nuove e più efficaci politiche di sicurezza hanno contribuito due elementi: la guerra in Ucraina e la crisi in Medio Oriente. «Noi europei dobbiamo stare in guardia. Dobbiamo pensare alla nostra Unione come a un progetto intrinsecamente di sicurezza», ha avvertito ancora von der Leyen. Il primo tassello di questa nuova strategia europea di difesa passa innanzitutto dal sostegno all’Ucraina. Ed è per questo che von der Leyen è tornata ad attaccare chi vorrebbe invece interrompere gli aiuti militari a Kiev. «Possiamo parlare lingue diverse, ma in nessuna lingua la pace è sinonimo di resa. Coloro che sostengono l’interruzione del sostegno all’Ucraina non sostengono la pace: sostengono l’acquiescenza e la sottomissione dell’Ucraina», ha scandito la presidente della Commissione europea da Bratislava.
Crosetto: «Le spese per la difesa siano escluse dal patto di stabilità»
Proprio mentre von der Leyen ribadiva la necessità di investire di più in sicurezza, a Bruxelles si è svolto il primo vertice informale dei ministri della Difesa Ue dopo la pausa estiva. Presente anche il ministro Guido Crosetto, che ha incalzato i colleghi europei su alcuni temi considerati prioritari per il governo italiano. «Se la difesa è fondamentale in questa fase che stiamo vivendo, magari non lo sarà più fra 5 anni. L’Europa deve decidere se escludere le spese della difesa dal patto di stabilità, l’ho detto chiaramente oggi perché non ci siano scuse», ha dichiarato Crosetto. Se le spese della difesa non dovessero essere escluse dai rigidi criteri europei per il debito e il disavanzo, «non riusciremo ad assumerci gli impegni che l’Europa stessa vuole assumersi e il rappresentante Nato mi ha dato ragione», ha precisato il ministro.
Borrell tira dritto sugli aiuti a Kiev
A Bruxelles era presente anche Josep Borrell, alto rappresentante Ue per la politica estera, che nei giorni scorsi si è scontrato (a distanza) con il ministro degli Esteri Antonio Tajani sul tema degli aiuti militari a Kiev. «Io credo che sia ridicolo dire che se si permettono di colpire obiettivi militari in Russia allora vuol dire essere in guerra contro Mosca, come dicono alcuni Stati membri: noi non siamo in guerra con la Russia e l’Ucraina ha il diritto di difendersi in linea con il diritto internazionale», ha tirato dritto oggi Borrell aprendo il consiglio informale della Difesa a Bruxelles. L’alto rappresentante Ue ha poi fatto sapere che la missione Eumam ha raggiunto il suo obiettivo di 60mila soldati ucraini addestrati. I 27 Paesi Ue hanno deciso di portare avanti il programma, addestrando altri 15mila uomini entro la fine dell’anno.
In copertina: La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen (EPA/Ronald Wittek)
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