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Calcio, la Fifa introduce il «gesto anti-razzismo»: braccia incrociate durante la gara per richiamare l’arbitro

31 Agosto 2024 - 19:36 Ugo Milano
Il giudice di gara può intervenire ed eventualmente interrompere il match o addirittura sospenderlo. Infantino: «Combattere il razzismo è qualcosa che dobbiamo fare tutti insieme»

Stop al razzismo in campo. Da oggi, sabato 31 agosto, basterà un gesto semplice, ovvero incrociare le braccia all’altezza del polso, per richiamare l’arbitro e segnalare episodi discriminatori durante le partite. Il no racism gesture, per lottare contro il razzismo nel calcio, è stato introdotto lo scorso 17 maggio nel corso del 74° Congresso della Fifa che si è tenuto a Bangkok ma la Coppa del Mondo femminile Under 20, che inizia oggi in Colombia, sarà la prima competizione Fifa ad applicarlo. Il gesto dovrà però essere introdotto in tutte le gare della Federazione sportiva e tutte le associazioni a lei affiliate hanno accettato di renderlo obbligatorio, assicurandone l’applicazione in tutto il mondo.

Come funziona?

La procedura prevede tre fasi, diverse a seconda della gravità dell’episodio. Nel primo caso, dopo la segnalazione o il riscontro di un episodio di razzismo, l’arbitro potrà decidere se interrompere o meno il match. A quel punto seguirà un annuncio per informare i tifosi dei motivi dell’interruzione. Se l’episodio non dovesse cessare, scatta la fase due, spiega la Repubblica: la sospensione della partita in corso. In questo secondo caso, il direttore di gara inviterà le calciatrici a rientrare negli spogliatoi. E se anche stavolta le discriminazioni non dovessero arrestarsi, subentra la fase tre: il definitivo abbandono della partita, ma solo dopo aver consultato le autorità e gli esperti competenti.

Infantino: «Tutti insieme dobbiamo combattere il razzismo»

«Combattere il razzismo è qualcosa che dobbiamo fare tutti insieme», ha detto il presidente della Fifa, Gianni Infantino, sui social. «L’applicazione del gesto No Racism nella Coppa del Mondo Under 20 femminile Fifa 2024 in Colombia è un primo passo fondamentale per responsabilizzare le giocatrici di tutto il mondo. E ora che è stato inserito nella procedura in tre fasi, non vediamo l’ora di vedere questo gesto diffuso in tutto il mondo per ottenere il massimo effetto». Poi i ringraziamenti «ai membri della Fifa per la loro determinazione e i loro sforzi in quella che è una lotta unitaria per sradicare definitivamente il razzismo dal calcio e dalla società» e «a tutti i giocatori – attuali e del passato – che hanno contribuito a questo passo avanti. Dobbiamo tutti collaborare con i governi e le autorità di polizia per far sì che vengano inflitte conseguenze a coloro che minacciano di rovinare il nostro sport con il razzismo. Ora stiamo agendo in modo risoluto e inequivocabile», ha concluso il numero uno della Federazione sportiva.

Foto copertina: TWITTER / FIFA

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