Ius scholae, Tajani insiste: «Nessun passo indietro, ho dato mandato ai gruppi. Salvini? Io non dico niente su Quota 41»
«Nessun passo indietro» sullo Ius scholae: parola di Antonio Tajani. Durante l’evento “La Piazza”, organizzato dal quotidiano Affaritaliani.it, in corso a Ceglie Messapica, il vicepremier e ministro degli Esteri è tornato a parlare della questione che da mesi infiamma la maggioranza (e non solo). «Io non faccio nessuna marcia indietro», ha detto il leader di Forza Italia. «La sullo ius scholae è una scelta di buon senso – ha aggiunto -. Ho dato mandato ai gruppi di fare uno studio sulla questione della cittadinanza e sulle normative e orientare una proposta di legge. E prima di presentare una proposta in Parlamento la presenterò alla maggioranza perché un centrodestra moderno deve porsi questo problema».
La querelle politica era cominciata con la pallavolista e vincitrice dell’oro olimpico Paola Egonu. Era proseguito con il murale che la street artist Laika le aveva dedicato e poi con le polemiche successive alle parole del generale Roberto Vannacci. Ma il tema dello Ius scholae, ovvero una legge che renda cittadino italiano qualsiasi persona straniera che concluda almeno un ciclo scolastico nel nostro Paese, aveva messo in fibrillazione la maggioranza. Da una parte lo stesso Segretario di Forza Italia che riconosceva il cambiamento in atto nel nostro Paese. Dall’altra il “No” (secco) dell’altro vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, al quale lo stesso Tajani – durante l’evento di stasera, sabato 31 agosto – ha lanciato (forse) una provocazione: «Salvini, quando dice quota 41 che non è nel programma o ci sono attacchi contro l’Ue io non dico nulla. Vincolo di governo è votare insieme in parlamento. Non possiamo regalare il voto dei nuovi italiani alla sinistra», ha concluso il ministro forzista.
La Cei approva lo ius scholae: «Strumento di inclusione»
Nel dibattito di questo fine agosto è entrata anche la Conferenza episcopale italiana, da giorni al centro delle critiche – arrivate dai leghisti – dopo le dichiarazioni sull’Autonomia e per la missione di salvataggio dei migranti nel Mar Mediteranneo. In un’intervista ad Avvenire (che uscirà domani e della quale è stata diffusa un’anticipazione) il presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, ha definito lo ius scholae «uno strumento importante di inclusione delle persone». Per Zuppi, infatti, «la questione mette in gioco un diritto fondamentale della persona, per questo deve suscitare delle idee, e non delle ideologie, per trovare le risposte adeguate. È la stessa cosa potere essere uguale ai miei compagni o sentirmi addosso di essere italiano a metà? Più facilmente sceglierò i doveri se ho chiari i diritti», ha concluso.