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Il racconto della giornalista che ha denunciato Nello Trocchia e Sara Giudice: «Me li sono trovata addosso. Ho avuto l’impressione di esser stata ingannata»

01 Settembre 2024 - 07:49 Redazione
nello trocchia sara giudice stupro di gruppo
nello trocchia sara giudice stupro di gruppo
Il verbale della denunciante raccoglie foto, video e chat della festa. L’amico: «Sara era più spinta»

C’è una foto della sera della festa poi sfociata in una denuncia per violenza sessuale contro i giornalisti Sara Giudice e Nello Trocchia. Ne parla oggi La Verità, l’ha postata su Instagram M .V. , una collega che era presente, accompagnandola con un messaggio: «Le feste con Sara sono sempre pericolose ma indimenticabili (tranne per lei, che dimentica tutto al secondo cocktail)». Oggi il quotidiano entra nel merito della denuncia presentata dalla giornalista televisiva, che alla Squadra mobile ha mostrato tutto, messaggi inclusi, di quella serata.

La sera della festa

Riavvolgiamo il nastro. Il racconto del quotidiano che per primo ha sollevato il caso della denuncia, a rischio archiviazione, parte dal 29 gennaio, la sera della festa di compleanno di Giudice, condivisa con un’altra collega. «Verso le ore 19:10», verbalizza la ragazza, «sono arrivata sotto casa di Trocchia e Giudice (…) e a bordo di un taxi ci siamo recati in viale di Trastevere». Si arriva in un pub, con altri colleghi. Una trentina circa, tutti dell’ambiente giornalistico. La festa si svolgeva in una zona più riservata. Inizialmente, spiega la giornalista che ha denunciato Trocchia e Giudice, è un ambiente tranquillo. Lei chiacchera, beve, due gin tonic ritirati direttamente dal bancone, una birra. «Ricordo solo di aver bevuto il secondo gin tonic ma non i dettagli della situazione», spiega ricordandosi che poi ha iniziato a sentirsi euforica. E aggiunge: «Ero sempre in compagnia di qualcuno». Verso mezzanotte alcuni invitati sarebbero andati via. «A questo punto – sostiene Giada (nome di fantasia ndr) – ricordo che Nello ha iniziato a dirmi di tenere d’occhio Sara, come se dovessi controllarla, perché lei era un po’ su di giri». E gli agenti le chiedono in che senso su di giri? «Lei era molto euforica. Più volte mi ha detto “quanto sei bona?” e poi mi ha dato un bacio sulla guancia». E ancora: «Prendeva la panna dalla torta e con il dito la metteva sulla mia bocca e
probabilmente anche su quella dell’altra festeggiata, R. B.». E poi: «Ricordo che Sara, rivolgendosi al marito, diceva: «Però bacia bene». La festa comunque scorre, senza nulla di ambiguo, secondo Giada. Clima molto festoso. Poi arriva altro alcol. E cambia.

«Io e te dovevamo stare insieme anni fa»

«Ricordo che eravamo tutti un po’ alterati, ho anche dei video». Al tavolo continuano ad arrivare alcolici. «Ho bevuto un drink che credo fosse rum o whisky, ma non ricordo se fosse stato ordinato da me. Ricordo che c’era Nello accanto a me, che diceva: “Io e te dovevamo stare insieme anni fa”». Una frase che infastidisce Giada, anche perché detta in presenza della convivente. Sara però continua serena e ripeteva alla collega sempre «quanto sei bona». Arriva uno shot di tequila, secondo il racconto della denunciante. Non ricorda se lo ha bevuto. Inizia ad avere dei ricordi vaghi. «Dopo solo due cocktail e una birra non avrei dovuto sentirmi così male». A quel punto sarebbero cominciate le avances di Nello, «ma», precisa la ragazza, «non ricordo se ho fatto qualcosa per respingerle». Ricorda di aver ricevuto le attenzioni di un altro collega, M.V.. Ha dei video di questo aspetto. E lui le avrebbe detto: «Guarda come sei brava a scopare». Lei gli replica: «Non era il caso di dire certe cose, anche perché stavo registrando e magari quei video avrei voluto mostrarli al mio compagno».

Il taxi

Poi Giada ricorda di essersi trovata sul taxi. «Appena si sono chiuse le portiere mi sono ritrovata addosso Sara e Nello. Mentre mi baciava, Sara diceva “quanto sei bella”. Ho avuto la sensazione che loro si fossero parlati, come se fossi stata ingannata». E ancora: «Ho avuto l’impressione che lei fosse sincera ma non riuscivo a reagire, a muovermi». Lui, a dispetto di quanto riportato in un’intervista di Sara Giudice rilasciata al Fatto, «dava ordini “Stasera non puoi tornare a casa, devi venire su da noi»». La bacia e «ha preso la mia mano e l’ha messa sulle sue parti intime e ho sentito la sua erezione. Sono rimasta spiazzata, perché nel corso della serata non mi ero resa conto che avessero intenzioni sessuali nei miei confronti. Invece, quando sono salita sul taxi, ho pensato che la cosa fosse stata premeditata». Arrivano sotto casa della coppia, scendono ma poi «forse per un momento di lucidità ho pensato al mio compagno che mi aspettava a casa» e Sara, secondo il racconto di Giada, «si è rivolta a Nello dicendogli che se non andavo su da loro, allora dovevo riprendere il taxi. A quel punto, mi sono precipitata sul sedile davanti e […] senza rendermi conto completamente della gravità della situazione ho iniziato a chiedere cosa fosse successo». Giada torna a casa, racconta, discute con il suo fidanzato. E poi, successivamente chiama una collega. Voleva capire se lei avesse in qualche modo fatto capire alla coppia che potevano farsi avanti con delle avances. «Lei mi ha detto “assolutamente no”, aggiungendo che Sara era molto ubriaca mentre Nello no. Le ho raccontato la situazione dell’approccio e si è mostrata molto stupita, comunque mi ha rassicurato che non avevo manifestato nulla verso Nello e Sara». Un amico ha notato Sara e Giada a fine serata fuori dal locale, che si stavano baciando e che avevano continuato ad abbracciarsi per alcuni minuti, tanto che lui aveva avuto la sensazione che si frequentassero ed era convinto che avrebbero finito la serata «in tre». Però Sara era più spinta di Giada.

Il racconto del tassista e quella chiamata intercettata

La Verità riporta anche il racconto del tassista, messo a verbale. Si tratta di Patrizio F., unico testimone delle presunte violenze. «Ho percepito che erano brilli quando erano all’interno della vettura, perché ridevano, scherzavano, la ragazza più giovane mi ha detto “hai visto chi stai portando stasera a casa?”, io non ho neanche risposto, non vedevo l’ora che scendessero dal taxi perché erano su di giri…(…) Lui (Trocchia , ndr) lo ricordo perché l’ho visto in televisione, c’era poi una donna e una ragazza». L’uomo ha confermato che la ragazza era molto scossa e che gli aveva detto «che non si sarebbe aspettata quello che era accaduto», ma ha percepito atti consensuali, con il bacio che non gli sarebbe sembrato «forzato». Poi c’è una chiamata, intercettata il 7 febbraio 2023, a indagini in corso, racconta a un interlocutore: «Io non lo so io te giuro a me non me pareva tutta sta pesantezza cioè ner senso… io gli ho spiegato tutto ma che te devo dì!».

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