Il manuale di diritto privato e quelle «giudici instabili» sostenute dal professor Gazzoni

L’opera, in uso negli atenei italiani, contiene nella sua 21esima edizione alcuni aspetti tacciati di sessismo. Parte una raccolta firme per bloccarla. L’autore insiste e si difende: «La riserva riguarda le sole controversie di merito in materia di famiglia e figli»

C’è un libro che sta facendo discutere da giorni. Su cui sono state raccolte già 280 firme, per chiederne il ritiro dagli atenei. Si tratta del Manuale di diritto privato, giunto alla ventunesima edizione dal 1987, scritto dal docente della Sapienza di Roma, ormai in pensione, Francesco Gazzoni. Un libro che desta critiche per alcune frasi reputate sessiste contro le magistrate (definite instabili su alcune tematiche) e per il battage a favore dei test psicoattitudinali per la categoria. «Un esempio di diseducazione civica e di profonda umiliazione della dignità di tutte le donne», spiega chi gli ha assicurato battaglia.
Gazzoni, riporta Repubblica che ricostruisce il caso, intanto si difende.


«La riserva riguarda le sole controversie di merito in materia di famiglia e figli, là dove l’equilibrio è molto instabile»

In un lungo articolo sul sito “personaedanno.it” attacca «la bagarre giornalistica e politica, basata su mezze-verità, cioè mezze-menzogne, per aver esposto nel mio Manuale i pericoli che derivano da taluni aspetti critici della magistratura, ricevendo a più livelli una sequela di Crucifige». «Padre Dante aveva una opinione a tal punto negativa degli ignavi, da non degnarli nemmeno di un commento…», riporta. E sottolinea come le magistrate occupino maggiormente le sezioni famiglia dei tribunali nonché quelli dedicati ai minori. Un errore. «C’è o non c’è il rischio di un coinvolgimento di genere, fonte di possibile equilibrio instabile, o i giudici donna sono macchine asettiche e impermeabili? Chi è in grado di leggere e comprendere le sentenze dei tribunali di famiglia e dei minori potrebbe anche scoprire che l’ipotesi non è poi, al di là di ogni ragionevole dubbio, di quelle del terzo tipo», sottolinea il prof in pensione finito nella bufera. Attacca chi lo critica perché non avrebbe citato le sue fonti: «Avrei affermato che i giudici sono affetti da hybris e psicolabili, senza riferire le fonti che offrivano un quadro oggettivo, onde la mia non era un’opinione personale immotivata». «La riserva – spiega – riguarda le sole controversie di merito in materia di famiglia e figli, là dove l’equilibrio è molto instabile». Un caso che rischia di diventare ora anche politico con il Pd che, per bocca della deputata Debora Serracchiani, ha chiesto alla ministra dell’Università Anna Maria Bernini provvedimenti sul “Gazzoni”.


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