Sharon Verzeni, il racconto della testimone sugli ultimi attimi dopo le coltellate: «Così l’ho vista crollare»

Al Tg1 la testimonianza inedita di una residente della zona: «Ha gridato aiuto due volte, un attimo dopo era riversa a terra»

Quasi nessuno ha potuto vedere la morte di Sharon Verzeni, l’estetista 33enne accoltellata a morte la notte tra il 29 e il 30 luglio a Terno d’Isola (Bergamo). Quasi, perché questa sera al Tg1 ha parlato per la prima volta una donna, residente nella zona, che sostiene di aver visto, se non i momenti dell’omicidio, gli ultimi rantoli della povera donna colpita a morte da Moussa Sangare. «Ho sentito le sue grida d’aiuto», dice la donna, che ha chiesto l’anonimato, al microfono di Stefano Fumagalli. Una, due volte. «Solo che la seconda era un lamento più sofferente». È tardi, quasi l’una di notte, ma la donna fa a tempo – racconta – a sporgersi dalla finestra di casa sua. E a scorgere gli ultimi attimi di vita di Sharon. «Ho visto la ragazza crollare a terra. Di schiena, all’indietro». Le coltellate, quattro, non le hanno lasciato scampo. Sharon «si è rigirata sul fianco ed è rimasta in quella posizione. Poi ho visto il sangue che usciva», conclude il flashback la residente della zona.


Le confessione-shock e gli elementi da chiarire

Poco dopo, anche grazie alla telefonata della stessa vittima, arrivavano i soccorsi e partiva la macchina delle indagini. Che dopo un mese di ricerche infruttuoso hanno portato infine all’incastro del killer, il 31enne di origini maliane poi crollato e reo confesso nella notte tra giovedì e venerdì. Nell’interrogatorio fiume della confessione, Sangare ha detto di aver ucciso Verzeni senza alcuna ragione: poteva essere lei, la vittima, come chiunque altro. Ma sono ancora molti gli aspetti che il 31enne, ora in carcere, dovrà chiarire. Domattina alle 9, nel primo interrogatorio dopo l’arresto, dovrà iniziare a far luce sulle tante zone d’ombra ancora rimaste. 


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