Paderno Dugnano, il 17enne confessa la strage in famiglia: «Ho ucciso tutti io». Padre, madre e fratello 12enne trovati riversi nel sangue
Non solo il padre, ma tutta la famiglia. Il ragazzino di 17 anni che la scorsa notte aveva chiamato i soccorsi per dare l’allarme sulla strage in casa a Paderno Dugnano è crollato nel pomeriggio di oggi ed ha cambiato versione su quanto accaduto. Ha confessato infatti di aver ucciso tutti e tre i famigliari trovati morti: il padre, la madre e il fratellino di 12 anni. La svolta nelle sue dichiarazioni è arrivata al termine di un lungo interrogatorio in caserma. Il giovane reo confesso è stato arrestato. Ora si dovrà capire il movente del suo folle piano notturno. Al momento questo non sarebbe chiaro. «Bisognerà attendere a lungo per spiegare un gesto così atroce», lasciano filtrare in serata fonti giudiziarie.
La strage, la prima versione, la svolta
I carabinieri erano intervenuti nella notte tra sabato 31 agosto e domenica 1° settembre quando il figlio 17enne unico sopravvissuto della famiglia aveva avvertito i soccorritori del 118. Le tre vittime di 51, 49 e 12 anni erano state trovate riverse nel sangue, con evidenti ferite di armi da taglio. Inizialmente il ragazzo aveva raccontato di essersi svegliato nel cuore della notte sentendo le urla della madre e del fratello, colpiti a morte dal padre. A quel punto, il 17enne avrebbe reagito uccidendo il padre. Poi, ore più tardi, il clamoroso cambio di versione, e la confessione “completa”. Versione che era parsa tutta da confermare, anche perché sul suo corpo non si evidenziavano segni di colluttazione. Nel pomeriggio, in ogni caso, il 17enne era stato iscritto dalla procura per i minorenni di Milano nel registro degli indagati con l’accusa di aver ucciso il padre. Dopo aver reso piena confessione, il giovane è uscito dalla Tenenza dei Carabinieri di Paderno Dugnano (Milano) a bordo di un’auto dai carabinieri, coprendosi il volto con una felpa per non farsi vedere. Le indagini sul caso passano ora definitivamente nelle mani della procura per i minorenni di Milano.
La dinamica del triplice omicidio
La strage si è consumata in una villetta monofamiliare di via Anzio. I vicini hanno descritto la famiglia, benestante e di nazionalità italiana, come tranquilla e composta da grandi lavoratori e hanno aggiunto di non aver sentito alcun rumore nella notte. Quando il 17enne ha chiamato i soccorsi, ha gridato: «Ho ucciso mio papà, venite». Il ragazzo ha spiegato di essere entrato in camera del fratellino più piccolo dopo essere stato svegliato dalle urla dei familiari. Una volta entrato nella stanza, avrebbe visto il padre seduto su una sedia, con accanto un coltello e i corpi senza vita del fratello a letto e della madre a terra. A quel punto, il 17enne avrebbe preso il coltello e avrebbe pugnalato a morte il padre. A conferma della sua versione, le vittime sono state trovate tutte nella camera del 12enne, con addosso indumenti da notte. Il procuratore di Monza, Claudio Gittardi, ha confermato che è stato il figlio piccolo a subire l’aggressione più feroce.
Leggi anche:
- Il dolore di Awa, la sorella di Moussa Sangare: «Alla fine è arrivato a uccidere qualcuno. Per mio fratello nessuno si è mosso»
- Sharon Verzeni, la confessione di Moussa Sangare: «L’ho vista che camminava guardando le stelle e dentro di me ho sentito un “feeling”»
- Sharon Verzeni, per Vannacci «i due testimoni marocchini su Moussa Sangare sono un vero esempio di integrazione»