Tormentoni estivi a confronto: la top ten del nuovo millennio – La serie

Con lo scoccare del nuovo millennio, salve ovvie eccezioni, si inaugura l’epoca più decadente del pop italiano. Dai Gazosa a Dj Francesco e al Pulcino Pio, ecco cosa abbiamo ascoltato

Con lo scoccare del nuovo millennio, salve ovvie eccezioni, si inaugura l’epoca più decadente del pop italiano. Durerà circa una decina d’anni, quelli in cui la musica è totalmente in mano ai talent, in mano a cantanti che fuori dallo schermo televisivo non esistono, quindi sono gli anni dei Festival di Sanremo vinti dai Marco Carta e Valerio Scanu, in cui l’immagine, la narrativa da tubo catodico, diventa parte integrante del progetto canzone. I Gazosa sono un progetto di Caterina Caselli, il Bob Angelini di Gattomatto un progetto della Virgin, La canzone del Capitano di Claudio Cecchetto, Il Pulcino Pio probabilmente del diavolo, una punizione per chissà quali reati commessi dall’umanità in chissà quale tempo e dimensione. L’Italia scopre il reggaeton. E scopre che il crollo dei costi di produzione a causa dell’avvento delle piattaforme musicali, permette una costruzione mirata del prodotto, che una canzone non nasce dal niente e poi diventa qualcosa, ma viene composta già con l’idea di dover diventare qualcosa, di dover raggiungere un determinato obiettivo, che sia un successo stagionale o dati sui social per la promozione del proprio personalissimo brand. Più in generale l’Italia scopre il potere commerciale della musica, un concetto che viene portato all’estremo da Fedez, Achille Lauro e Orietta Berti con Mille, un pericolo imminente e potenzialmente drammatico. Con questa carrellata chiudiamo la serie di Open sui tormentoni estivi del passato. Qui trovate le puntate precedenti: Anni Sessanta, Anni Settanta, Anni Ottanta e Anni Novanta. Buona lettura e buon ascolto!