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Tormentoni estivi a confronto: la top ten del nuovo millennio – La serie

01 Settembre 2024 - 21:09 Gabriele Fazio

Fedez e Achille Lauro feat. Orietta Berti – Mille (2021)

Fedez, Achille Lauro e Orietta Berti si incontrano dietro le quinte del Festival di Sanremo del 2021, è lì che all’influencer/rapper/imprenditore digitale/ex metà dei Ferragnez viene l’idea di una hit estiva. Per metterla in piedi chiama a raccolta delle cinture nere di hit: Davide Simonetta, uno degli autori più prolifici del panorama pop, Paolo Antonacci altro autore dai numeri stratosferici, nonché figlio di Biagio, e il rapper Dargen D’Amico. Il singolo, secondo i dati forniti dalla FIMI, debutta immediatamente al vertice della classifica dei più venduti. Per Fedez è la decima volta, per Achille Lauro la prima, ad Orietta Berti invece non capitava dal 1965, quando cantava Tu sei quello e la FIMI sarebbe stata fondata circa trent’anni dopo. Ma i numeri sono importanti fino ad un certo punto, nel 2021 Fedez è sempre Fedez, Achille Lauro qualcuno lo scambia ancora per un artista disobbediente, presto si rivelerà né l’una né l’altra cosa, Orietta Berti è ormai uno strutturatissimo personaggio televisivo, presenza fissa nel salotto di Fabio Fazio; insomma, i grandi numeri erano più o meno scontati. Il punto è che Mille sfida apertamente il confine tra prodotto commerciale e musica, perché ci vuole una certa dose di spregiudicatezza per sfornare una hit estiva cui ritornello cita espressamente la più nota bevanda gassata della storia del mondo. Ok, lo aveva fatto Vasco Rossi 38 anni prima, la canzone era Bollicine e tutto fece tranne che piacere alla società americana. Il video di Mille invece è davvero una specie di spot, tanto che su segnalazione del Codacons, non esattamente gli amichetti del cuore di Fedez, l’Antitrust aprirà un fascicolo che rischiava di costare un multone da 5 milioni di euro, invece si risolverà con un’archiviazione. Ma Mille si potrebbe anche considerare una provocazione, perché si tratta di un brano efficacissimo, un’efficacia da marketing appunto, e forse proprio in quest’ottica, potrebbe risultare rivoluzionario nella storia della nostra musica, non solo perché potrebbe aprire ad orizzonti davvero non auspicabili in cui le canzoni diventano mero strumento di divulgazione commerciale, un po’ come nel futuro distorto in cui si ritrova il Sylvester Stallone del cult Demolition Man, ma soprattutto perché poi quelle canzoni potrebbero funzionare, potrebbero non essere necessariamente delle brutte canzoni. Mille, per dire, è un’ottima canzone, potrebbe anche diventare la Vamos a la playa della Gen Z, oppure l’inizio della più intellettualmente gravosa catastrofe della storia della musica italiana. Sarà la storia a dircelo.