Tormentoni estivi a confronto: la top ten del nuovo millennio – La serie

Paola & Chiara – Vamos a bailar (Esta vida nueva) (2000)

«Vamos a bailar venne bocciata a Sanremo clamorosamente. Eravamo in studio, pensavamo fosse uno scherzo». Ma non era uno scherzo, Sergio Bardotti, direttore artistico dei Festival di Fabio Fazio, liquidò la canzone, pare, anche con parole poco gentili. Le cose sono due: o Bardotti non voleva spudorati tormentoni nel suo Sanremo, direzione opposta, per dire, a quella intrapresa quasi 24 anni dopo da Amadeus, giusto per intenderci su come si svilupperà la musica italiana da quel punto in poi. Oppure Bardotti non si rese conto, posto che non è e nemmeno dovrebbe essere dovere del Festival di Sanremo rendersene conto, che Vamos a bailar (Esta vida nueva) non solo era un successo, non solo era il primo tormentone del nuovo millennio, ma anche che rappresentava alla perfezione (e questo proprio non poteva immaginarselo) il percorso intellettualmente decadente appena intrapreso dalla musica leggera italiana, che infatti si appresta a vivere, con le dovute eccezioni, il peggior decennio della propria storia. Ecco, Paola & Chiara non fanno parte di quelle eccezioni, tutt’altro, forse sono, anzi, al contrario, il sintomo che ci avrebbe dovuto fare allarmare che stavamo cadendo in un incubo di disimpegno sconcertante. Il brano trascina al successo, anche estero, Television, il terzo album delle sorelle del pop all’italiana, dopo l’esordio come coriste degli 883, ingaggiate da Claudio Cecchetto, e le avventure sanremesi con l’iconica Amici come prima (ottima) prima e con la dimenticabilissima Per te dopo. Vamos a bailar (esta vida nueva), inno spagnoleggiante a una nuova vita, tutta da «bailar» – il cui video è firmato dal candidato al Premio Oscar Luca Guadagnino – invece indica l’unica strada percorribile dalle sorelle, quella delle hit. Si ripeteranno infatti nel 2002 con Festival, salvo poi spegnersi lentamente, sciogliere il duo e scomparire dal panorama musicale. Manco a farlo apposta sarà proprio il palco dell’Ariston ad essere testimone della riesumazione del progetto da parte di Amadeus, che le butta nel gigantesco calderone ultrapop del suo ultimo Festival con Furore, brano che non andrà oltre un anonimo 17esimo posto ma che diventerà uno dei tormentoni dell’anno, rilanciando un sound che eravamo lieti di esserci lasciati alle spalle.