Tormentoni estivi a confronto: la top ten del nuovo millennio – La serie

Roberto Angelini – Gattomatto (2003)

«Poteva trasformarsi in una prigione a vita». Se chiedete a Roberto Angelini a proposito di Gattomatto, hit da lui firmata nel 2003, quando la somiglianza con Enrico Silvestrin raggiunse forse il perigeo, vi risponderà così. Ma allora perché quello che è uno dei più conosciuti e stimati chitarristi della recente storia italiana, un musicista e cantautore raffinatissimo, propose al mercato un brano come Gattomatto? Perché tutti siamo stati giovani. La storia si fa interessante però quando scopriamo che il meccanismo di produzione del pezzo risulta esemplificativo del meccanismo che regola una certa discografia, quella chiaramente più commerciale. Roberto Angelini, da tutti affettuosamente conosciuto come Bob, diventa oggetto in mano alla Virgin, la sua casa discografica di allora, che punta su questo 27enne per farne una vera e propria popstar. Per farlo gli appiccicano addosso questa canzone e gli rifanno completamente il look. La canzone ha successo in quanto spudoratamente orecchiabile, frutto di una gran quantità di prove con diversi produttori, ma è anche piuttosto banalotta, ascoltarla di sicuro non ci restituisce lo spessore dell’Angelini musicista. Non è insomma un caso alla Alex Britti con Solo una volta (o tutta la vita). Il brano partecipa al Festivalbar, gli vale anche una candidatura agli Italian Music Awards e, diciamocelo, una certa notorietà. Ma prima di prendere quella strada che, lo sa, è a senso unico, come la mafia non se ne esce se non con i piedi davanti, Bob Angelini, eroicamente, decide di tirarsi indietro, di non essere quello che il mercato vuole che sia. Così torna fortunatamente a essere se stesso: un chitarrista eccezionale, un autentico cultore della musica (andate a recuperarvi Nick Drake Songs in a Conversation, progetto semplicemente esaltante messo in piedi insieme a Rodrigo D’Erasmo) e un cantautore impegnato (andatevi a recuperare quella perla di Il cancello nel bosco). Lui la racconta così: «E invece ho tirato la tovaglia, fatto saltare il tavolo. Mi sono messo in proprio, ho aperto un’etichetta indipendente, uno studio e, insomma, ho fatto l’artigiano». 90 minuti di applausi.