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Checco Zalone – Siamo una squadra fortissimi (2006)

Dal 14 luglio al 17 agosto del 2006 in vetta alla classifica dei brani più ascoltati in Italia c’è Siamo una squadra fortissimi. Scritto proprio così, nessun errore, si tratta dell’italiano maccheronico ed irresistibile coniato dal comico Checco Zalone. Il brano, uno dei tanti dell’ormai discretamente articolata discografia del comico, fu pubblicato l’1 maggio e adottato come sigla di Deejay Football Club, il programma radiofonico di Ivan Zazzaroni. Non è insolito trovare pure forme di autorialità in brani che hanno un intento evidentemente demenziale, non fa eccezione Siamo una squadra fortissimi di Checco Zalone, come non fanno eccezione i film di Checco Zalone, questo perché non fa proprio eccezione Checco Zalone in quanto personaggio, in quanto rappresentante di una cultura italiana media. Dietro quella sgrammatica, dietro quell’opinionismo becero da bar, si cela qualcosa di inquietante in quanto del tutto autentico. Versi come «Se finiamo nel balatro/La colpa è solo dell’albitro» oppure «Grande Luciano Moggi/Dacci tanti orologgi agli albitri internazionali/Si no co’ ‘o cazz’ che vinciamo i mondiali» oppure «Se qualcuno ci ostacola/Ce lo diciamo alla Cupola», altro non fanno che svelare la nostra essenza più intima e sempliciotta. Quello che è successo a Checco Zalone prima e dopo Siamo una squadra fortissimi, è storia che non ha bisogno di grandi specifiche. Così come il fatto che questo brano rimarrà sempre legato, insieme a Seven Nation Army degli White Stripes, al ricordo del traguardo che più di tutti ci ha resi nell’ultimo ventennio fieri di essere italiani. E naturalmente parliamo di un torneo di calcio. Perché siamo italiani, un popolo «fortissimi» fatto di «gente fantastici».