Tormentoni estivi a confronto: la top ten del nuovo millennio – La serie

Pulcino Pio – Il Pulcino Pio (2012)

Mai, forse nella storia della musica italiana, forse nella storia della musica mondiale, un tormentone si è meritato la natura etimologica del termine «tormentone» come Il Pulcino Pio. Si tratta di un brano dedicato ai bambini che diventa talmente virale, forse il primissimo tormentone estivo italiano partito dalla rete e non dalle radio, da coinvolgere tutti i target possibili. Per intenderci, una sorta di Baby Shark di un decennio fa. In realtà la filastrocca musicale, perché di questo parliamo, risale al 1985 e la matrice è sudamericana, si intitola O Pintinho Piu e l’autore (o colpevole, scegliete pure voi liberamente) si chiama Erisvaldo Da Silva. Fino al 2011 rimane un’innocua canzoncina per bambini, poi il giovine Dheymerson Lima Farias, sfruttando un beat più accelerato, per scherzo pubblica una propria versione del brano su YouTube, che diventa appunto virale. Si tratta della prima tessera del domino, un errore che la storia non ci perdonerà mai e che apre uno dei più oscuri capitoli della storia, non solo della musica. Presi di invidia, persone di ogni angolo del globo (evidentemente prive di buone intenzioni), propongono in rete una propria versione della canzone ispirata all’odiato pennuto Pio. In Italia l’infelice intuizione viene a Bruno Benvenuti, editore di Radio Globo, che affida la voce a Morgana Giovannetti, che è un’attrice teatrale ai tempi 28enne che però l’Italia non sa di aver amato profondamente circa vent’anni prima, quando era una delle protagoniste del cast del Bagaglino. Vi ricordate la piccola Morgana che, appena 7enne, deliziosa e occhialuta, duettava sul palco con Pippo Franco con le sue imitazioni oggettivamente approssimative? Ecco: lei. La canzone ha un successo clamoroso, viene cantata in ogni dove, ripetutamente, sembrava di essere accerchiati da questa melodia ipnotica e irritante. La sensazione, per gli appassionati di musica, sconcertati da un successo così vuoto, è che la musica italiana avesse toccato il fondo, che si fosse esaurito l’interesse per qualsiasi genere di intellettualismo, di contenuto profondo, che al pubblico quegli elementi della musica non interessassero più. D’altra parte non c’era altra spiegazione per un successo da prima posizione nella top ten per due mesi consecutivi, un successo da primo video italiano della storia di YouTube a raggiungere 100 milioni di views e, contemporaneamente, così privo di significato, di alcun tipo di narrativa. L’unica soddisfazione che rimaneva al pubblico non lobotomizzato dal Pulcino Pio era che alla fine del brano, dopo aver incontrato una gran quantità di animali della fattoria, Pio incrocia, per grazia divina, un trattore che lo schiaccia, ponendo fine al nostro dolore. Un finale naturalmente inaccettabile per l’italico e democristianissimo pubblico italiano, che infatti reclama e ottiene a gran voce una seconda versione de Il Pulcino Pio, in cui questo si allena per sfracellare con un pugno il trattore e così salvarsi. Un peccato: quasi tutti tifavano per il trattore.