Salsiccia e formaggio, 1.155 euro: così un’86enne ipovedente è stata raggirata

Succede a Olbia: due venditori ambulanti, il conto con il Pos e l’assenza dello scontrino

Graziella Deni, 86 anni, è originaria di Brescia ma vive da 60 anni a Milano. È andata in vacanza a Murta Maria, in provincia di Olbia. Ha incontrato due venditori ambulanti mentre tornava dalla spiaggia nei pressi di Porto Istana, con il figlio 63enne. Poi loro si sono presentati nella villetta di sua proprietà per vcenderle alcuni pezzi di formaggio, una salsiccia e della pancetta. Quattro chili scarsi in tutto. Per un conto di 1.155 euro. Il tutto è accaduto martedì 27 agosto: Mi avevano detto che il formaggio di latte di asina è costoso, ma non pensavo così tanto. Il fatto è che al momento del pagamento mi hanno preso in contropiede. Credo sia l’età, ho 86 anni e non ragiono più come una volta», racconta la donna al Corriere della Sera.


I due venditori ambulanti

«Ma non c’entra il fatto che sono ipovedente, perché lo sono da quando ero trentenne e una cosa del genere non mi è mai capitata. Piuttosto hanno approfittato della situazione amichevole che si era creata a casa», aggiunge. E poi: «Sto realizzando solo ora ciò che mi è capitato. Mi sento una stupida. Ma la verità è che mi hanno raggirata». La truffa è andata così: «Abbiamo prima degustato il formaggio accanto al loro furgone. Non c’era alcun prezzo esposto, né le confezioni che ci hanno lasciato hanno un’etichetta con ingredienti, lotto, provenienza — continua —. Ci hanno specificato che è di loro produzione. Mi sono fidata. Quando abbiamo chiesto il prezzo finale, ci hanno risposto “un po’”. Avevamo solo spiccioli. Quindi sono venuti a casa nostra per il saldo, dove abbiamo anche assaggiato pancetta e salame. Uno dei due ha fatto i conti sul cellulare mentre parlavo con il collega. Mi hanno detto la cifra: “1.155 euro”. Non ho pensato a ciò che stavo pagando».


Il figlio 63enne

«Mio figlio non stava ascoltandoci e ha solo passato il bancomat dopo il mio ok», racconta ancora l’86enne. I due venditori avrebbero emesso lo scontrino del pos, ma non quello fiscale. Poi se ne sono andati, lasciando però un numero di telefono: ma rintracciarli è stato impossibile. La nuora Simona Petitti e l’altro figlio Marco Schlitzer sono riusciti a mettersi in contatto con i due via Whatsapp: «La risposta è stata articolata e maleducata. Il riassunto: avevo avvisato del prezzo prima dell’acquisto, è un prodotto di nicchia e il mercato è libero». La Guardia di Finanza sta svolgendo controlli dopo la presentazione di un esposto. Del fatto sono informati anche i carabinieri di Buddusò, dove ha sede la ditta.

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