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Da generale a soldato semplice: così Roberto Vannacci rischia il declassamento nell’esercito

02 Settembre 2024 - 06:25 Alba Romano
roberto vannacci generale soldato semplice declassamento
roberto vannacci generale soldato semplice declassamento
Un altro fascicolo disciplinare dopo la sospensione di 11 mesi. E il rischio cacciata

Il generale Roberto Vannacci rischia il declassamento a militare di ultima fascia. Il 25 settembre è prevista l’udienza davanti al Tribunale Amministrativo Regionale di Roma contro la sospensione per 11 mesi decisa dai vertici delle forze armate. Ma intanto c’è un altro fascicolo aperto su di lui. Sono passati sei mesi e l’esito dell’istruttoria è vicino. Il rischio maggiore è quello di essere declassato a soldato semplice. Vannacci così rischia di perdere i gradi. Anche se ormai è europarlamentare della Lega. Il motivo è sempre letterario. Ma stavolta alla sbarra non c’è Il mondo al contrario. Bensì la sua seconda fatica: Il coraggio vince. Uscito in libreria il 12 marzo scorso, ma senza avere lo stesso successo del primo.

L’istruttoria

A parlare della seconda istruttoria disciplinare nei confronti del generale è oggi Repubblica. Nel tomo Vannacci parla di episodi che riguardano missioni, rapporti con altri contingenti, relazioni con diplomatici. Ma le regole interne delle forze armate prevedono che ciò che si fa in servizio non può essere raccontato a chiunque. A meno che non si richiedano autorizzazioni specifiche ai superiori. Citando ogni singolo episodio che si vorrebbe rendere pubblico. Vannacci non lo ha fatto. «Non è improbabile che un giorno io possa tornare al servizio militare attivo», ha spiegato ieri in una lettera al Corriere della Sera il generale. Ma il rischio è che non possa farlo. Perché dopo la sospensione di 11 mesi comminatagli la sanzione successiva è la rimozione.

L’amministrazione militare

L’amministrazione militare agisce secondo «la necessità di tutelare il prestigio, l’imparzialità e l’immagine interna»; prende provvedimenti disciplinari qualora il «militare non possa più svolgere le sue funzioni con pienezza di autorità e credibilità» e «la sua permanenza in servizio possa turbare il regolare e corretto svolgimento delle attività istituzionali dell’ente», secondo la guida tecnica della Difesa. Sia dall’esercito che dal ministero le bocche sono cucite. Comprensibilmente.

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