Tutte le spese per il Cpr in Albania: «Un milione di euro per poliziotti e carabinieri»

L’apertura slitta ancora. Ma per chi ci lavorerà le condizioni sono molto vantaggiose

Prestare servizio nel Cpr in Albania converrà ad agenti penitenziari, poliziotti, carabinieri e finanzieri. Cento euro in più in busta paga più vitto, alloggio e biglietto pagato per rientrare a casa. E visto che saranno più o meno in trecento, i conti dei costi si fanno velocemente: 30 mila euro al giorno, 900 mila in un mese. Sono per gli indennizzi da trasferimento. Per questo c’è già la fila per il carcere di Gjader. Un penitenziario per lasciarci chi crea problemi e che ha 24 brandine. I posti disponibili per gli agenti sono 45 e sono già arrivate 3 mila domande. Anche perché le regole d’ingaggio sono vantaggiose: 130 euro lordi in più al giorno per 4-6 mesi di servizio. Con la possibilità di rientrare in Italia a spese dell’amministrazione.


Il Cpr in Albania

La Stampa oggi spiega che sulla carta le cifre sono interessanti. Ma secondo i sindacati di polizia le perplessità sono altre. «Una volta si tendeva a chiudere le carceri sotto i cento posti perché antieconomiche. Ora se ne costruisce una molto piccola, con un rapporto agenti – detenuti decisamente sproporzionato. Se in Italia c’è un poliziotto ogni tre reclusi, circa 25mila per oltre 61mila persone, lì ce ne saranno tre per ogni detenuto», dice al quotidiano Gennarino De Fazio della Uilpa penitenziaria. La spesa invece «sarà esorbitante in un momento di emergenza per le carceri italiane». Anche se c’è da dire che siamo già in ritardo. Giorgia Meloni voleva l’inaugurazione per giugno, in tempo per le elezioni europee. Prima è slittata a luglio e poi ad agosto. Ora siamo a settembre e ancora niente.


I detenuti

Il Cpr vero e proprio invece avrà 1120 posti. Gli ospiti non sono detenuti. Ma non possono uscire. Come del resto in quelli italiani. A Shengjin c’è invece il porto con l’hotspot per 300 persone. Ogni area, aggiunge il quotidiano, sarà presidiata dalle forze dell’ordine con un «contingente interforze». Trenta i carabinieri scelti tra la Prima Brigata Mobile, centosettantasei i poliziotti, di cui settanta del reparto mobile e gli altri tra squadre mobili, Digos, polizia scientifica, ufficio immigrazione, uffici tecnico-logistici provinciali delle Questure. «Il periodo d’impiego sarà di un mese, salvo casi eccezionali». Cento euro al giorno in più sullo stipendio. Vitto e alloggio «saranno a carico dell’amministrazione». La «Direzione centrale individuerà, mese per mese, le aliquote di personale da impiegare e gli uffici territoriali da cui il personale sarà tratto».

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