Meloni sogna il colpaccio nella nuova Commissione von der Leyen: «Fitto sarà vicepresidente esecutivo e responsabile Economia»
Raffaele Fitto avrà un ruolo da vero e proprio peso massimo nella prossima Commissione europea, quella che Ursula von der Leyen si accinge a formare. Per lui è pronta una delle cinque poltrone da vicepresidente esecutivo dell’organismo, cui il governo Meloni non ha mai nascosto di puntare, ma pure – sul piano operativo – un portafoglio di grande rilevanza: l’Economia e la gestione dei fondi Next Generation EU. Lo scrive questa mattina ostentando grande sicurezza il quotidiano tedesco Die Welt, sottolineando il significato della nomina di un alto dirigente del partito di Giorgia Meloni: per la prima volta, osserva il giornale tedesco, «un populista di destra ottiene una carica di vertice nella Commissione europea». Se lo scenario delineato dovesse avverarsi, dunque, Fitto erediterebbe i dossier di cui s’è occupato negli ultimi cinque anni il Commissario italiano uscente, Paolo Gentiloni: il coordinamento delle politiche economiche e di bilancio dei 27. Una delega questa che non era parsa fin qui alla portata dell’Italia, viste anche le mire sui dossier economici di molti altri Paesi membri. La gestione del piano Next Generation EU e dei piani nazionali di ricostruzione post-pandemia era invece considerata da settimane una delle attribuzioni pronte per Fitto, magari in accoppiata con i fondi di coesione regionale.
La squadra dei vicepresidenti
Dovrebbero essere sufficienti pochi giorni, comunque, per verificare se la previsione di Die Welt è corretta. Ieri la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha fatto partire una lettera a von der Leyen chiedendole di presentare la sua proposta di composizione della nuova Commissione alla conferenza dei capigruppo Ue in programma mercoledì prossimo 11 settembre. Ma secondo lo stesso quotidiano tedesco l’ex ministra di Angela Merkel potrebbe sciogliere i nodi sull’attribuzione delle deleghe ai 25 colleghi (l’estone Kaja Kallas è indirizzata direttamente al ruolo di Alto rappresentante per la politica estera) già entro la fine di questa settimana. Secondo la Welt oltre a Fitto von der Leyen si appresterebbe a nominare altri tre vicepresidenti esecutivi (oltre alla stessa Kallas, vice di diritto): il lettone veterano della Commissione Valdis Dombrovskis (in quota Ppe), il francese Thierry Breton (vicino ai liberali di Macron, anch’egli riconfermato dallo scorso mandato) e la spagnola Teresa Ribera (in quota socialisti). Per la fedelissima di Pedro Sanchez pare pronta, come atteso, la super-delega alla transizione ecologica, mentre Breton e Dombrovskis cambierebbero caselle rispetto agli anni passati, andando a occuparsi rispettivamente di Industria e di Allargamento (compresa esplicitamente la «ricostruzione dell’Ucraina»).
Gli altri nomi chiave
Nessuna vicepresidenza dunque sarebbe prevista – contrariamente a recenti indiscrezioni – per l’altro veterano delle politiche Ue, lo slovacco Maros Sefcovic, che avrebbe la nuova delega voluta da von der Leyen alla sburocratizzazione (e affari inter-istituzionali). Altri importanti dossier economici finirebbero nelle mani del commissario olandese e polacco: Wopke Hoekstra, subentrato in corsa lo scorso anno a Frans Timmermans sul Green Deal, passerebbe a occuparsi di Commercio, Piotr Serafin diventerebbe responsabile del bilancio Ue. All’energia infine, dovrebbe andare il candidato ceco Josef Sikela. Su tutti i nomi indicati dai governi nazionali e “assemblati” da von der Leyen comunque, è bene ricordare, pende la possibile mannaia del Parlamento europeo, che audirà tutti i candidati a partire da fine settembre, in una serie di «esami di maturità» che s’annunciano, come spesso accaduto negli ultimi anni, serrati.
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