Venezuela, la vendetta di Maduro sullo sfidante. Mandato d’arresto per Gonzalez per «cospirazione e terrorismo»

La svolta liberticida a oltre un mese dalle elezioni presidenziali, che l’opposizione sosteneva di aver vinto. L’ex ambasciatore è in semi-clandestinità dal 30 luglio

Svolta inquietante in Venezuela a oltre un mese dal voto per le elezioni presidenziali. Nella notte italiana, la procura nazionale ha chiesto l’arresto di Edmundo González, il candidato dell’opposizione che ha sfidato il presidente Nicolas Maduro al voto del 28 luglio. A urne chiuse, entrambi i contendenti si erano dichiarati vincitori, precipitando il Paese in un pericoloso stallo. Il Consiglio elettorale nazionale aveva proclamato Maduro vincitore col 52% dei voti, ma senza pubblicare alcuna prova sui risultati. Mentre l’alleanza di opposizione aveva pubblicato online dati degli scrutini che mostravano un successo netto di González, con oltre 30 punti di distacco sul successore di Hugo Chavez, alla guida del Paese dal 2013. Proprio per questo è stato spiccato il mandato d’arresto contro González, accusato dei reati di «usurpazione di funzioni, falsificazione di documenti pubblici, istigazione a disobbedire alle leggi dello Stato, cospirazione, sabotaggio per danneggiare i sistemi ed associazione terroristica». Neppure il tempo di essere visionata e la richiesta di arresto è stata approvata dal Tribunale nazionale competente per i crimini legati al terrorismo. González, ex ambasciatore, vive in semi-clandestinità dallo scorso 30 luglio proprio per timore delle azioni intimidatori di governo e magistratura, e nega ogni reato addebitatogli.


La repressione e l’isolamento internazionale

Subito dopo l’emissione del mandato d’arresto lo stesso Maduro ha messo la firma sull’attacco allo sfidante con parole durissime: «Crede di essere al di sopra della legge questo signor codardo, ha la pretesa di dire che non riconosce la legge, che non riconosce nulla. Questo è inammissibile, non accade in nessun’altra parte del mondo», ha detto il (forse) presidente del Venezuela nel corso del suo programma settimanale “Con Maduro+” sulla tv di Stato. González «vive nascosto come un codardo» e si è rifiutato pertanto per tre volte di presentarsi nei giorni scorsi ad altrettante convocazioni in tribunale, ha attaccato Maduro. Ora il capo dell’opposizione potrebbe essere arrestato da un momento all’altro. Dalla data del voto, d’altra parte, si stima siano almeno 2.400 le persone arrestate o detenute – tra cui anche diversi italo-venezuelani. Repressione del dissenso che l’Onu ha descritto come «clima di terrore». Né l’Unione europea né molti Paesi latino-americani – compreso il Brasile di Lula – hanno riconosciuto la vittoria elettorale di Maduro, per lo meno sino alla presentazione di prove certe, mentre gli Usa hanno riconosciuto González come il vero vincitore, sulla base di quelle che sono considerate evidenze «schiaccianti» della sconfitta del successore di Chavez.


Leggi anche: