Albania, l’allarme dei gip di Roma: «Cpr all’estero? Un rebus giuridico e siamo già sotto organico»

I giudici italiani saranno competenti di tutti gli eventuali reati commessi dai migranti all’interno dell’istituto in costruzione a Gjader

Un vero e proprio «rebus giuridico». Così l’ufficio gip (giudice indagini preliminari) di Roma, al piano quinto di Piazzale Clodio, definisce la costruzione del Centro di permanenza per i rimpatri in Albania. Questo perché i giudici italiani saranno competenti di tutti gli eventuali reati commessi dai migranti all’interno dell’istituto in costruzione a Gjader, dove alcuni saranno trasferiti. Un peso in più per i magistrati romani che lavorano già tra mille difficoltà: «Siamo sotto organico», riferiscono a La Stampa.


«Più competenze, ma le risorse non vengono aumentate»

Tutto quello che avverrà all’interno del Cpr di Gjader sarà di competenza italiana. Anche gli eventuali reati: dalle rivolte alle aggressioni. Al di fuori del perimetro della superficie di 77mila metri quadrati ci saranno invece le autorità albanesi. Un dispositivo impiegato per controllare il trasferimento dei migranti dal centro di identificazione di Shenjing a quello vero e proprio di Gjader. Ma non solo, anche per vigilare su eventuali evasioni o violenze contro cittadini albanesi. I giudici italiani lamentano di avere già la coperta corta, dovrebbero essere 41, ma sono 32. Però tra questi ce ne sono 4 che hanno degli esoneri, quindi il numero effettivo scende a 28: «È una questione nota. Eppure l’ufficio Gip accumula competenze, ma le risorse non vengono aumentate», rivelano tra i corridoi. Le manette saranno tirate fuori in caso di flagranza e la convalida o meno dell’arresto arriverà più o meno in 48 ore: «In questo caso non si applicano le norme dei giudizi di direttissima», spiegano.


Il problema della burocrazia

Non solo, a preoccupare e a rallentare il lavoro dei giudici ci sarebbero anche delle perplessità tecniche: «Perché ogni passaggio rappresenta un problema». Il pm (pubblico ministero) ha 48 ore per comunicare l’arresto, il giudice a sua volta deve fissare l’udienza di convalida nelle 48 ore successive: «Tempi lunghissimi, come se fosse un processo speciale per reati che si potrebbero trattare molto più facilmente», spiegano. E poi l’imputato deve presenziare all’udienza, ma se la tecnologia viene in soccorso, servono anche «aule con schermi da videoconferenza». Si potrebbero usare quelle della diciottesima sezione del Tribunale civile. Ma gli avvocati difensori come parleranno in modo riservato? E gli interpreti? Insomma, sono ancora molte le questioni tecniche aperte e da risolvere. Non ultimo, il posto dove dovrà restare il detenuto in caso di convalida dell’arresto.

Le indennità degli agenti

Per la costruzione delle due strutture, una a Gjader e una a Shenjing, sono già stati spesi 800mila euro. A questi si dovranno sommare le spese per il costo del personale di sorveglianza. Ad agenti penitenziari, poliziotti, carabinieri e finanzieri converrà prestare servizio nel Cpr in Albania. In trecento avranno centro euro in più in busta paga più vitto, alloggio e biglietto pagato per rientrare a casa. I costi, solo per il personale, raggiungeranno i 900mila euro al mese.

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