I clan e la curva dell’Inter, la partita a calcetto tra gli ultrà prima dell’omicidio di Bellocco: le indagini sugli affari del tifo

Da un anno Antonio Bellocco, vicino ai clan calabresi attivi in Lombardia, era entrato nel direttivo della curva interista. Il giorno prima di essere essere ucciso aveva passato la serata con Andrea Beretta, che lo ha accoltellato alla gola dopo una lite

La Procura di Milano da tempo indaga sui rapporti tra la ‘ndrangheta e il mondo ultrà tornati di attualità con l’omicidio di Antonio Bellocco da parte di Andrea Beretta. Il pm Paolo Storari, sul posto della sparatoria a Cernusco stamattina 4 settembre, sta portando avanti una indagine sulle tifoserie che è anche legata all’omicidio di Vittorio Boiocchi, storico leader ultrà nerazzurro che è stato freddato due anni fa. Nel frattempo emergono nuovi dettagli sui rapporti tra Bellocco e Beretta: la sera prima erano insieme con altri vertici della curva Nord a giocare una partita di calcetto.


I precedenti di Beretta

L’assassinio dell’erede del clan Bellocco, Antonio, dà nuova linfa all’inchiesta condotta dal pm Storari. Gli inquirenti stanno infatti indagando sui presunti business illeciti che sarebbero all’origine dello scontro tra i due. Si apprende intanto che i giudici della Sezione misure di prevenzione di Milano avevano confermato lo scorso ottobre a Beretta la sorveglianza speciale. Una misura necessaria perché si era reso protagonista per «molti anni di episodi minatori e violenti» che «partono nel 2008 e si dispiegano fino al 2022 anche in pendenza dei Daspo», riporta Ansa. Infatti, Beretta era stato arrestato nel febbraio 2020 dalla Polizia per la violazione di un Daspo.


L’occasione era stato un attacco di circa 200 tifosi contro le forze dell’ordine con lanci di petardi e bottiglie di vetro, incidenti avvenuti prima di un derby Inter-Milan. Inoltre, nel dicembre di due anni fa Beretta era tornato ai domiciliari, ancora per la violazione di un daspo. Nei mesi scorsi era stato anche condannato con una multa per il pestaggio di ambulante che stava vendendo foto di calciatori e altri gadget davanti allo stadio Meazza a febbraio 2022, prima del match tra Inter e Liverpool. Avrebbe detto: «I napoletani non li vogliamo». Infine, a luglio era stato condannato a 6 mesi, pena sospesa, con un’accusa riqualificata dai giudici da tentata estorsione ad esercizio arbitrario delle proprie ragioni.

L’erede dei Bellocco

Antonio Bellocco, la vittima dell’omicidio di Cernusco, era da tutti considerato l’erede dell’omonima famiglia ‘ndranghetista con base a Rosarno (Reggio Calabria). Antonio era il nipote del boss storico della famiglia nonché il figlio di Giulio Bellocco, morto a gennaio nel carcere di Opera dove si trovava detenuto in regime di 41 bis. Lo stesso Antonio aveva dei precedenti, era stato condannato in via definitiva per mafia. A esacerbare gli animi tra Antonio Bellocco e Andrea Beretta sarebbe stato l’arrivo del primo, da circa un anno, a Milano dove si era stabilito nel quartiere di Pioltello. Bellocco era entrato nel direttivo degli ultrà interisti, cosa che per Beretta rappresentava un ulteriore rischio per il gruppo già attenzionato dalla Procura. I dissapori potrebbero essere tra le cause scatenanti il litigio di stamattina terminato nella sparatoria e quindi nell’omicidio di Bellocco.

Gli affari di Bellocco tra curva e call center

Una foto su Instagram dal profilo del capo degli ultrà neroazzurri, Marco Ferdico, mostra come Antonio e Andrea avessero giocato insieme ieri, 3 settembre, in una partita di calcetto. Una sorta di derby tra Inter e Milan tra amici. Bellocco era molto vicino a Ferdico tanto da partecipare al battesimo della figlia. Con l’entrata di Antonio nel direttivo della curva erano cambiati gli equilibri e la gestione degli affari. Il nome dello ndranghetista è legato anche alla scalata della famiglia nella “Blue call”, azienda di call center di Cernusco sul Naviglio, come scrive Repubblica. I Bellocco c’erano entrati, l’avevano finanziata e infine spolpata dall’interno. L’operazione era finita nella lente della Direzione antimafia di Milano e da quella di Reggio Calabria. Per questo fu condannato, insieme ad altri membri della famiglia, a 14 anni in abbreviato.

Beretta e Bellocco, il primo e il terzo da sinistra, insieme alla partita di calcetto giocata la sera del 3 settembre

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