Rigivan, la malattia, il generale Vannacci e un desiderio: «Vorrei gli ascensori nella metro a Roma»
Rigivan Ganeshamoorty, 25 anni, romano, famiglia originaria dello Sri Lanka, medaglia d’oro nel disco alle Paralimpiadi, si allena in un campo di grano. «Prima di partire per Parigi, lanciavo tra una parte trebbiata e l’altra con le spighe ancora da tagliare. Il campo di grano mi è stato messo a disposizione da Allegra Corsetti, pronipote di Antonio, che alla fine dell’Ottocento possedeva l’intera Dragona», dice oggi in un’intervista al Fatto Quotidiano. A Parigi Ganeshamoorty ha ritoccato per tre volte di fila il primato del mondo nella sua categoria: tra il secondo e il quarto lancio (25.48 metri, 25.80 e infine 27.06, il precedente record era di 23.80 e apparteneva al brasiliano Andre Rocha). Rigivan ha la sindrome di Guillaim-Batté, una patologia che provoca la progressiva paralisi degli arti, prima inferiori e poi superiori.
La malattia
La malattia è esplosa «nel 2017, ma già all’età di 14 anni avevo avuto i primi problemi, con i dolori ai talloni e un senso diffuso di fatica. La caduta nel 2019 avrebbe potuto affondarmi, ma lo sport mi ha riportato a galla. Il periodo peggiore è stato quello durante il Covid, con le chiusure». Per i razzisti che l’hanno insultato sui social ha una sola parola: «Ignoranti, nel pieno senso della parola. Ignorano che il mondo sta cambiando, ignorano che le persone non vanno giudicate ed emarginate per il colore della pelle, ignorano che ci sono tanti ragazzi nati in Italia, cresciuti in Italia e con studi compiuti in Italia. L’unica differenza è che abbiamo genitori originari di altri paesi. La mia medaglia appartiene a tutti gli italiani, anche a quelli che mi insultano».
Vannacci
Poi spende due parole anche per il generale Roberto Vannacci, che propone classi separate per i disabili: «Non lo conosco, ma questa medaglia appartiene anche a lui. Italiano io, italiano lui. Se poi quelli come lui non mi accettano, non è un mio problema». A Dragona, dove vive, non ha mai avuto problemi: «Nessuno mi ha mai discriminato». E si sente più a suo agio «in acqua. In piscina non sento i dolori alla schiena e mi sembra di essere nuovamente in piedi». Infine, esprime un desiderio: «Vorrei gli ascensori e gli scivoli nella metropolitana. La giunta Raggi aveva fatto qualcosa. Alla stazione di San Paolo Ostiense quelli come me sono perduti. Chi progetta non è sensibile a questi problemi. Avessero un figlio disabile, farebbero sicuramente qualcosa di utile per aiutarci».
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