Niente nozze tra colleghi allo Ior, la Banca vaticana non fa sconti alla coppia di dipendenti: uno dei due dovrà lasciare
Il regolamento dell’Istituto per le opere religiose (Ior, la banca vaticana) è chiaro: due dipendenti non si possono sposare tra di loro. Se si dovesse presentare una situazione simile, uno dei due coniugi deve essere licenziato. Nonostante l’esplicito divieto, una coppia di colleghi ha deciso di celebrare le nozze. No alle fedi al dito se entrambi gli sposi lavorano presso lo Ior. Al massimo viene lasciata la possibilità di scegliere chi, tra il marito e la moglie, debba rinunciare alla sua posizione. Una indicazione che lo Ior ha aggiunto non molto tempo fa al suo regolamento ufficiale. «Attraverso questa norma», spiega la stessa banca, «l’obiettivo dell’istituto è esclusivamente quello di garantire condizioni di parità di trattamento tra tutto il personale dipendente». Lo Ior effettivamente è una banca unica nel suo genere. Pur dotata di un patrimonio di oltre mezzo miliardo, ha un personale di soli cento dipendenti tutti riuniti nella sede di Città del Vaticano. Un regolamento così stringente sulle nozze tra colleghi, spiega ancora Ior, «è fondamentale per prevenire sia inevitabili conflitti d’interesse di tipo professionale», così come «l’insorgere di possibili dubbi di gestione familistica tra la propria clientela o il grande pubblico».
Una possibile eccezione
La norma, introdotta dopo il pensionamento di un membro dell’ultima coppia di colleghi, è rimasta nascosta nell’ombra. Almeno fino alla decisione temeraria della coppia. La banca non ha fatto sconti: uno dei due freschi sposi – la decisione è in mano loro – potrà continuare a lavorare nel torrione Niccolò V. L’altro sarà invece costretto a cercare un altro impiego. A nulla sono valsi i tentativi di intercessione dell’Adlv (Associazione dipendenti laici vaticani), comunità non sindacale che lavora da tempo all’interno di Città del Vaticano per garantire le migliori condizioni lavorative. «Ci auguriamo che in Vaticano i regolamenti non prevalgano sui sacramenti», è la speranza di Adlv. Che ha anche spiegato di aver tentato di «mettere in luce come la nascita una nuova famiglia non possa essere messa in pericolo da normative burocratiche». Nemmeno esperti di diritto canonico hanno saputo trovare una via. In realtà una possibilità di eccezione ci sarebbe, ma è appunto un’eccezione: dovrebbe essere Papa Francesco in persona a permettere che marito e moglie lavorino fianco a fianco. Al momento, però, i due non avrebbero intenzione di coinvolgere i piani alti.
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