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Naufragio Bayesian, i risultati delle autopsie: «Morti perché è finito l’ossigeno in cabina»

05 Settembre 2024 - 09:12 Ugo Milano
Le analisi su quattro delle sette vittime dell'affondamento del veliero nella notte del 19 agosto al largo di Palermo

Le vittime del naufragio del Bayesian, veliero di 56 metri affondato nella notte del 19 agosto al largo di Porticello (Palermo), sono morte per «annegamento atipico». Lo stabiliscono le autopsie condotte su quattro dei sette corpi dall’Istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo. Hanno consumato tutto l’ossigeno che era rimasto all’interno di una bolla d’aria che si era formata durante l’affondamento. Una bolla che diminuiva a mano a mano e diventava sempre più tossica per la presenza di anidride carbonica. Non avevano acqua nei polmoni, nella trachea e nello stomaco, riporta Repubblica.

Le autopsie condotte

Due giorni fa gli anatomopatologi hanno analizzato i corpi dell’avvocato newyorkese Chris Morvillo e della consorte Neda mentre ieri sono andati avanti con le salme del banchiere Jonathan Bloomer e della moglie Judith. Nell’affondamento dello yacht sono morti anche il magnate inglese, il “Bill Gates britannico” Mike Lynch e la figlia diciottenne Hannah. In 5 sono stati trovati nella stessa cabina, sul lato sinistro della nave, mentre Hannah era nella stanza accanto. La prima vittima a essere trovata è stata il cuoco del Bayesian Recaldo Thomas, era accanto al relitto.

Cosa dicono le analisi

Gli esami sono stati eseguiti dagli esperti a partire da lunedì. Per i medici si tratta di «morte da confinamento» o «annegamento a secco». Le analisi supportano quindi l’ipotesi che i sei fossero tutti svegli nel momento del disastro forse avvisati dalla moglie di Lynch, Angela Bacares, ma che non siano riusciti a raggiungere il ponte superiore rimanendo quindi in trappola. Secondo quanto scrive Repubblica, Bacares si era accorta del peggioramento delle condizioni meteo guardando fuori dalla sua cabina e perciò aveva raggiunto il ponte superiore dove c’erano 9 membri dell’equipaggio su 10. La donna avrebbe provato allora a raggiungere di nuovo le cabine, ma essendo a piedi nudi si è tagliata con i vetri rotti di cui era sparsa la nave.

I tre indagati

A causa delle ferite non è riuscita a camminare per una settimana. I sei rimasti sotto forse non sono più riusciti a respirare per uno spasmo della trachea. Le analisi dovranno essere confermate ora con delle analisi dei tessuti. Tra gli esami sono previsti anche quelli tossicologici per capire in quale condizione psicofisica fossero le vittime. Cosa che non è stata fatta per i tre indagati per naufragio e omicidio plurimo colposi: il comandante James Cutfield, l’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton e il marinaio di guardia quella notte Matthew Griffiths.

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