Quello che non torna nell’omicidio Bellocco: «Andrea Beretta ha accoltellato e si è sparato da solo»

L’indagine punta sul piano preordinato dell’ultras dell’Inter. Che dice di aver agito per legittima difesa

Ci sono troppe cose che non tornano nell’omicidio di Antonio Bellocco. E Andrea “Berro” Beretta, capo ultras dell’Inter potrebbe aver fornito una ricostruzione falsa dell’assassinio. Sul quale si staglia l’ombra del regolamento di conti. Con al centro gli affari collegati al tifo e la ‘ndrangheta. Secondo il racconto del 49enne i due si sono visti poco prima delle 11 nella palestra Testudo di Cernusco sul Naviglio. Andrea Beretta si stava allenando nella scuola di pugilato. I due hanno scherzato e sono saliti sulla Smart di Bellocco. Lì, secondo la ricostruzione, Bellocco gli avrebbe sparato colpendolo tra il fianco e la schiena. E Beretta avrebbe reagito accoltellandolo e uccidendolo. Ma diversi elementi fanno pensare al pm Paolo Storari e ai carabinieri che la storia non sia andata così.


L’indagine sull’omicidio di Antonio Bellocco

Il Quotidiano Nazionale scrive che l’ipotesi più verosimile al momento è che Beretta abbia fatto tutto da solo. E cioè si sia ferito con la pistola al fianco per sostenere la legittima difesa. Cosa lo fa pensare? Prima di tutto la posizione in cui è stata ritrovata l’arma. Ovvero sotto il corpo di Bellocco. Poi c’è il fatto che il caricatore fosse fuori dalla Smart. Infine, l’assenza di impronte sull’arma e la mancanza del colpo in canna. Secondo questa ricostruzione Beretta, convinto che Bellocco volesse eliminarlo, ha agito prima e con premeditazione. In serata il capo ultrà è stato fermato per omicidio e detenzione illegale di una calibro 9×21 con matricola abrasa. Gli inquirenti sono quindi certi che l’arma con cui è stato ferito appartenesse proprio a Beretta. Mentre le versioni alternative della dinamica dei fatti sono due. La prima: Beretta entra in auto, accoltella Bellocco, si spara con la sua arma di striscio all’anca.


Le ipotesi sulla dinamica

La seconda: Bellocco lo avrebbe minacciato di morte appena entrati nell’auto. Lui avrebbe mostrato la pistola che porta da giorni in una fondina ascellare per intimidirlo. Il 36enne sarebbe riuscito a disarmarlo e a quel punto Beretta lo avrebbe colpito con 7-8 coltellate tra gola e cuore. «Giravo con la pistola perché ho saputo che volevano farmi la pelle», ha detto durante l’interrogatorio. Il proiettile rimasto tra fianco e schiena è stato poi estratto al San Raffaele. Beretta dovrà anche spiegare un’altra circostanza. Ovvero come mai poche ore prima era con Bellocco a Carugate per una partita di calcetto tra ultras dell’Inter e del Milan. Sui social i due appaiono sorridenti e abbracciati a metà campo insieme agli altri.

Chi era Antonio Bellocco

Figlio di Giulio Bellocco, morto qualche mese fa al 41 bis a Opera, e di Aurora Spanò, anche lei in carcere come referente dei clan di ‘ndrangheta, Antonio aveva una condanna definitiva per associazione mafiosa. Il suo nome è anche legato alla scalata della ‘ndrangheta alla “Blue call”, azienda di call center di Cernusco sul Naviglio, che venne prima finanziata, poi infiltrata e alla fine spolpata dalla famiglia Bellocco. Antonio Bellocco è stato condannato, nell’operazione “Tramonto Blu call”, insieme ad altri membri della famiglia, a nove anni di carcere.

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