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Putin: «Cominciato il collasso delle difese ucraine in alcune aree. L’obiettivo resta il Donbass»

Il presidente russo minaccia l'Occidente: «Chissà cosa accadrebbe se rispondessimo agli attacchi di Kiev sulle centrali»

Mentre a Kiev è in corso un rimpasto nel governo guidato da Volodymyr Zelensky, a Mosca Vladimir Putin annuncia che le truppe russe hanno iniziato a «spingere gradualmente» fuori l’esercito ucraino dalla regione di Kursk. Un’operazione che, se confermata, darebbe seguito agli ordini di Putin di espellere gli ucraini dagli avamposti conquistati entro il primo ottobre. L’inquilino del Cremlino ha poi minacciato le forze occidentali accusando i militari di Kiev di «attacchi terroristici» sulle centrali nucleari di Kursk e Zaporizhzhia: «Si può solo immaginare cosa accadrebbe se rispondessimo in modo simmetrico, cosa accadrebbe a tutta questa parte di Europa», ha detto secondo l’agenzia Interfax.

Le parole di Putin

Il presidente Putin ha preso in esame l’offensiva lanciata da Zelensky ai primi di agosto. Secondo il presidente russo, Kiev avrebbe impiegato una larga parte dei suoi uomini migliori per sfondare nella regione di Kursk. E questo potrebbe portare al «collasso» delle linee difensive su altri settori come quello del Donbass, dove da settimane i russi avanzano cingendo d’assedio la città di Pokrovsk, importante snodo della regione. A confermare le priorità russe ci ha pensato lo stesso Putin: il Donbass è «l’obiettivo principale».

I bombardamenti

Già nella giornata di ieri, 4 settembre, almeno sette persone sono rimaste ferite dai bombardamenti russi nella regione di Sumy che confina con quella russa di Kursk. Mosca avrebbe sganciato una bomba aerea guidata Kab sulla comunità di Yampil, mentre quella di Svesy sarebbe stata colpita da un attacco missilistico. Oggi le truppe ucraine hanno risposto con un bombardamento sulla città di Gorlovka, nella regione contesa di Donetsk. Ad annunciarlo è stato il sindaco filorusso Ivan Prikhodko, citato dalla Tass.

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