Annamaria Bernardini De Pace contro Maria Rosaria Boccia: «Il ministro nella trappola della carrierista»
Boccia-to. Il giudizio di Annamaria Bernardini De Pace sul ministro Gennaro Sangiuliano è chiarissimo. Anche se lei si affida a un gioco di parole. L’avvocata «tutto tranne che moralista» in un’intervista rilasciata al Giornale demolisce il politico: «Non posso dargli la sufficienza. Come marito gli darei un tre. Come amante non classificabile». Anche se la stessa Maria Rosaria Boccia ha fatto sapere che Sangiuliano le aveva detto che il suo matrimonio con la giornalista Rai Federica Corsini era finito. Bernardini della vicenda ha l’impressione di «una commedia all’italiana sceneggiata malissimo». Con «un copione scritto da uno dei protagonisti. Meglio: da parte della protagonista. Perché la protagonista è la Boccia». E un’ispirazione letteraria chiara: «Pollicino»
La favola di Pollicino
Secondo l’avvocata matrimonialista la favola di Pollicino c’entra perché «prima ha raccolto moltissimi sassolini bianchi, perché voleva essere sicura di non essere abbandonata nel bosco. E sapeva che coi sassolini, se fosse stata abbandonata, sarebbe potuta tornare da lui e dire: eccomi qui». Boccia per lei è «una donna che sapeva di non vivere una storia d’amore. Una donna carrierista, una donna amante della notorietà». Raccontata dalle «centinaia di fotografie che ha raccolto con lei stessa al fianco di persone famose, star, politici». Anche furba: «Una spiccata intelligenza strategica. È ardita. Lei è il deus ex machina che pensa a se stessa, al proprio guadagno e se ne frega degli italiani che pagano il ministro. Anzi, li ringrazia perché le offrono l’occasione di lucrare sulla preda ingenua riducendolo al sesso».
Le registrazioni, le foto, le tracce, i filmati
Bernardini scherza: «Chissà se quando stava in camera da letto si teneva gli occhiali con la telecamera? Oddio, speriamo di no!». Ma Boccia non si sta vendicando: «La vendetta, o anche semplicemente il rancore, sono tipici di chi ha amato ed è stato amato. Per la Boccia è un’altra storia. Lei da un anno organizzava tutto questo. Una donna innamorata non lo fa. E senza amore non c’è vendetta». Ma potrebbe essere perfidia: «Sì. Anche. Questa donna ha tirato fuori le foto solo alla fine. Eppure le raccoglieva da un anno. Perché solo alla fine? Hanno un prezzo queste foto? Hanno un valore? Questo prezzo non è stato pagato?».
Il disegno di terzi
L’avvocata si esercita anche sulla tesi del “disegno di terzi”, sulla linea del complotto già immaginata da Giorgia Meloni: «È una domanda che mi sono posta. All’inizio son detta: non può una donna aver fatto una cosa del genere da sola. Forse è un giochino messo in campo dall’opposizione». Bernardini dice che ci sono donne «furbe, e non sono per niente interessate alla potenza fisica dell’uomo, nemmeno alla potenza sessuale, sono interessate alla potenza politica e sociale». Secondo lei «molte donne sono così. Non è che dobbiamo considerare le donne esenti da colpe e gli uomini predatori». E gli uomini sono prede: «Sì, spesso. Specie se sono ricchi o potenti. Sono prede che fingono di essere predatori».
La moglie del ministro
Secondo Bernardini la persona più intelligente di questa storia è «sua moglie». Mentre la signora Boccia che dice di difendere la sua dignità e il suo modo di essere donna non è credibile: «No. Questa non è dignità. Non è stata chiamata in trappola. È lei che ha messo in trappola. Lei parla di potere tirannico. La tirannia l’ha esercitata lei».
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