Monza, uccide il padre e rivela: «Mi violentava da bambino»

Ha chiesto di essere ammesso a un programma di giustizia riparativa

Lorenzo D’Errico ha ucciso il padre Carmine, malato oncologico terminale, il 30 dicembre 2021 a Cusano Milanino. Poi ha portato il corpo in un’area industriale di Cerro Maggiore. E lì lo ha parzialmente bruciato. I giudici di Monza, nelle motivazioni della sentenza che il 21 giugno ha condannato D’Errico a 24 anni di reclusione, riconducono l’omicidio entro i contorni giuridici del classico caso di «dolo d’impeto». Perché, fa sapere oggi l’edizione milanese del Corriere della Sera, il padre lo aveva molestato sessualmente quando era bambino.


La vittima soffriva di un carcinoma in stadio avanzato. È stata uccisa con una piccozza. Dopo l’ennesimo litigio in famiglia, secondo la ricostruzione dei giudici. Nella valutazione per la concessione delle attenuanti generiche i giudici hanno considerato che D’Errico ha rinunciato a tutti i beni a favore degli zii. E ha chiesto di essere ammesso a un programma di giustizia riparativa: «Ulteriore fattiva dimostrazione di volontà riconciliatoria, per quanto possibile, con i familiari superstiti».


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