Telegram, Pavel Durov annuncia la svolta. Stop ad alcune funzioni e più moderazione: «L’app non è un paradiso anarchico. Fedeli ai nostri principi»

Il fondatore dell’applicazione ha definito il suo arresto «una sorpresa»

Pavel Durov, il fondatore dell’app di messaggistica Telegram arrestato e poi rilasciato su cauzione a Parigi, ha annunciato su X la svolta: «Introduciamo nuove funzionalità e ne eliminiamo gradualmente alcune obsolete». Che sia stata per l’indagine con 12 capi di imputazione o l’inchiesta dell’Ue sulla violazione del Digital services act, il giro di vite sembra arrivato. Più moderazione dell’app, «da un ambito di critica a uno di lode», e stop ad alcuni strumenti come “Persone vicine” «utilizzata da meno dello 0,1% degli utenti di Telegram, ma che presentava problemi con bot e truffatori». Arriva anche la presa di posizione: «L’app non è un paradiso anarchico. Collaboreremo ma rimaniamo fedeli ai nostri principi: proteggere i nostri utenti nei regimi autoritari».


Cosa cambia nel nuovo Telegram

Durov lancerà “Businesses Nearby” come sostituto di “Persone vicine”, un cambiamento per dimostrare la nuova linea dell’applicazione di messagistica: «Metterà in mostra attività commerciali legittime e verificate. Queste attività commerciali potranno mostrare cataloghi di prodotti e accettare pagamenti senza problemi». Inoltre, verrà disabilitato il caricamento di contenuti multimediali sullo strumento di blogging dell’app, Telegraph, che secondo Durov veniva «utilizzato in modo improprio da attori anonimi». Come riporta il Guardian che cita il sito The Verge, Telegram ha anche rimosso i riferimenti alla protezione delle chat private dalla sua pagina delle FAQ. Tuttavia, sembrerebbe che le richieste di moderazione non sarebbero state elaborate. Inoltre, sembrerebbe che il codice sorgente dell’applicazione non sia stato modificato, ma gli utenti potranno segnalare una nuova chat ai moderatori. «Mentre il 99,999% degli utenti di Telegram non ha nulla a che fare con la criminalità, lo 0,001% coinvolto in attività illecite crea una cattiva immagine per l’intera piattaforma, mettendo a rischio gli interessi del nostro quasi miliardo di utenti», ha puntualizzato Durov.


«L’arresto? Una sorpresa»

Durov ha voluto anche dire la sua sul suo arresto. «Il mese scorso sono stato interrogato dalla polizia per 4 giorni dopo il mio arrivo a Parigi. Mi è stato detto che potrei essere personalmente responsabile dell’uso illegale di Telegram da parte di altre persone, perché le autorità francesi non hanno ricevuto risposte da Telegram», ha scritto in un altro post su X. Durov è sceso nel merito e nella modalità dell’arresto: «Le autorità francesi avevano numerosi modi per contattarmi per chiedere assistenza. Come cittadino francese, ero un ospite frequente del consolato francese a Dubai. Li ho aiutati personalmente a stabilire una hotline con Telegram per affrontare la minaccia del terrorismo in Francia. Se un paese non è soddisfatto di un servizio Internet, la prassi consolidata è quella di avviare un’azione legale contro il servizio stesso». Durov ha criticato anche l’approccio delle autorità francesi: «Utilizzare leggi dell’era pre-smartphone per accusare un CEO di crimini commessi da terze parti sulla piattaforma che gestisce è un approccio semplicistico. Costruire la tecnologia è già abbastanza difficile così com’è. Nessun innovatore costruirà mai nuovi strumenti se sa di poter essere ritenuto personalmente responsabile per un potenziale abuso di tali strumenti. Stabilire il giusto equilibrio tra privacy e sicurezza non è facile». Poi arriva la dichiarazione di intenti: «Ci siamo impegnati a collaborare con gli enti regolatori per trovare il giusto equilibrio. Sì, rimaniamo fedeli ai nostri principi: la nostra esperienza è plasmata dalla nostra missione di proteggere i nostri utenti nei regimi autoritari. Ma siamo sempre stati aperti al dialogo».

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