Usa, arrestato il padre del 14enne che ha fatto una strage in un liceo della Georgia: «Il fucile da guerra era un regalo di Natale»

La vicenda investe anche la campagna elettorale. Il vice di Trump, Vance, travolto dalle polemiche: «Le sparatorie? Un semplice fatto della vita»

È finito in manette il padre di Colt Gray, lo studente di 14 anni che mercoledì 4 settembre ha sparato in un liceo della Georgia, negli Stati Uniti, uccidendo quattro persone (due alunni e due insegnanti) e ferendone una decina. Colin Gray, 54 anni, è accusato di quattro capi di imputazione per omicidio colposo (uno per ogni vittima), due per omicidio di secondo grado e otto per crudeltà verso i bambini. In seguito alla strage, l’ennesima in una scuola degli Stati Uniti, l’uomo ha raccontato di aver acquistato il fucile AR usato durante la sparatoria come dono di Natale nel 2023, quando il figlio aveva appena 13 anni.


L’arma come regalo di Natale

L’arresto, hanno spiegato le forze dell’ordine, si deve al fatto che Colin Gray «consentiva consapevolmente» al fatto che il figlio detenesse un’arma da fuoco. Nel 2023, in seguito a una minaccia online di una sparatoria a scuola, padre e figlio erano stati interrogati dalla polizia. L’uomo affermò di avere armi da fuoco in casa, ma precisò anche che suo figlio non aveva il permesso di usarle. Colt Gray, dal canto suo, negò di essere l’autore delle minacce comparse online. Lo scorso Natale, nonostante i due fossero stati interrogati pochi mesi prima dalla polizia, Colin Gray decise comunque di regalare al figlio un’arma da guerra. La stessa usata pochi mesi più tardi per compiere la sparatoria alla Apalachee High School di Winder.


La polemica sull’uscita di J.D. Vance

Nel frattempo, l’ennesima strage scolastica ha riaperto il dibattito politico sulla necessità o meno di rimettere mano alle leggi sul possesso di armi da fuoco negli Stati Uniti. «Come si può non avere un fucile d’assalto, un’arma in casa, non chiusa a chiave e sapere che tuo figlio sa dove si trova?», si è chiesto il presidente Joe Biden durante un evento in Michigan. «Bisogna ritenere i genitori responsabili – ha aggiunto – se lasciano che i loro figli abbiano accesso a queste armi». Non la vedono allo stesso modo gli esponenti del partito repubblicano, con J.D. Vance – candidato vice di Donald Trump alle presidenziali di novembre – che è stato travolto dalle polemiche per una frase pronunciata in un comizio. «Non mi piace doverlo dire, ma queste cose sono un fatto della vita», ha detto Vance durante un evento elettorale. Immediata la replica del comitato di Kamala Harris, che lo ha accusato di voler normalizzare le sparatorie a scuola. «Le sparatorie nelle scuole non sono un fatto della vita. Non deve essere per forza così. Possiamo agire per proteggere i nostri figli, e lo faremo».

In copertina: Il memoriale degli studenti morti nella sparatoria alla Apalachee High School di Winder, in Georgia (EPA/Erik S. Lesser)

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