Volodymyr Zelensky al Forum di Cernobbio: «L’Italia ci aiuterà anche nella ricostruzione». Crosetto: «Faremo in modo che questa guerra cessi»
«L’Italia ci aiuterà anche nella ricostruzione», così il presidente Volodymyr Zelensky al 50esimo Forum Ambrosetti di Cernobbio (Como). Il presidente ucraino è arrivato in Italia dopo aver partecipato a Ramstein (Germania) alla riunione del Gruppo di contatto sulla difesa del suo Paese. La voce sulla sua partecipazione al Forum Ambrosetti era già circolata nei giorni scorsi. La notizia era stata poi confermata dallo stesso Zelensky che via Telegram aveva scritto: «Poi toccherà all’Italia. Forum economico internazionale Ambrosetti, incontri con i rappresentanti dell’imprenditoria italiana. Negoziati con il primo ministro italiano, Giorgia Meloni. Coordiniamo le nostre posizioni con tutti gli alleati del G7». A margine della riunione di Ramstein, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha confermato l’impegno italiano a sostegno di Kiev: «Il sistema SAMP-T che abbiamo consegnato ha consentito all’Ucraina di difendersi dagli attacchi missilistici russi».
Crosetto: «Dobbiamo fare in modo che questa guerra cessi»
Nel suo intervento da Ramstein il ministro Crosetto ha ribadito quale sia la posizione italiana negli aiuti all’esercito ucraino contro gli attacchi russi. «Attacchi che hanno colpito le infrastrutture energetiche, le scuole, gli ospedali, quindi la popolazione civile non parliamo di un utilizzo militare ma a difesa soprattutto della popolazione civile e della possibilità dell’Ucraina di vivere», ha chiarito il ministro. Crosetto ha confermato l’obiettivo a lungo termine dell’impegno occidentale: «Quello su cui tutti siamo d’accordo è che dobbiamo fare in modo che questa guerra cessi e fin quando questo non accade dobbiamo fare in modo che i bambini, le donne, i cittadini ucraini non muoiano e il primo modo di farlo è fermare i missili che ogni giorno cadono su obbiettivi civili».
«Forniamo anche ciò che serve per sopravvivere»
Il supporto dell’Italia alla causa ucraina è innanzitutto militare: «Tutte le nazioni europee e della NATO compresa l’Italia si sono prese in carico la formazione dei soldati ucraini, noi lo abbiamo fatto in Italia e continueremo a farlo perché fa parte del modo con cui abbiamo deciso di aiutare». Ma è anche umanitario: «Il nostro appoggio si concretizza anche così, oltre – lo ripeto sempre – con la fornitura di ciò che serve per sopravvivere, ad esempio i generatori elettrici, essendo stata distrutta il 70% della capacità di produzione elettrica. Una delle richieste, parlo di quelle civili, principali che ci viene fatta, è quella di generatori elettrici». Anche perché all’orizzonte c’è la stagione più rigida: «Stiamo andando verso l’inverno e l’inverno ucraino non è un inverno leggero, è un inverno pesantissimo».
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