Aggressione ai medici del Policlinico di Foggia, la sorella della 23enne morta: «È malasanità»

I parenti della vittima avevano scatenato un’aggressione contro i sanitari. Sull’episodio sta indagando la procura del capoluogo

Dopo la morte di una ragazza di 23 anni, avvenuta in ospedale mentre era sottoposta a un intervento chirurgico, i parenti della vittima hanno dato il via a un’aggressione contro medici e infermieri presenti nel reparto. Sul caso, noto alle cronache anche per la viralità del video girato dai sanitari, barricatisi in una stanza della struttura dopo essere stati feriti, sta indagando la procura di Foggia. Ma c’è anche un altro fascicolo aperto dai magistrati, che riguarda il decesso della giovane cerignolana. Sulle eventuali responsabilità dei medici è intervenuta, con un lungo post sui social, la sorella della vittima. Non ha negato che l’aggressione ci sia stata, ma ha messo in guardia dalle «falsità» che circolano sull’accaduto. Poi, ha attaccato i medici che hanno operato sua sorella: «Si è trattato di malasanità».


Sarà l’autopsia a restituire la verità sulle cause del decesso della 23enne, che era stata ricoverata lo scorso 19 giugno dopo un incidente in monopattino. Trasferita in elisoccorso al Policlinico Riuniti di Foggia, la ragazza è stata sottoposta a un intervento per tre vertebre scomposte e a una tracheotomia per aiutarla nella respirazione. Dopo 16 giorni in rianimazione e il risveglio dal coma, è stata spostata in neurochirurgia. La riabilitazione è iniziata il 16 luglio. La sorella ha raccontato che era quasi finito il recupero, ma che a causa della tracheotomia si era reso necessario un secondo intervento alla trachea. Quest’ultimo, ha detto, non poteva essere eseguito a Foggia, «perché al Riuniti, come comunicato, non sono competenti nel settore». Poi, il 4 settembre, la paziente ha comunicato con un messaggio ai suoi famigliari che stava per essere visitata dai medici foggiani. «Da quel momento», ha sentenziato la sorella, «la situazione è precipitata fino al decesso».


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