Guido Crosetto: «Io spiato dai servizi segreti». Ma il governo smentisce

La richiesta a Palazzo Chigi. E la replica dell’intelligence

Il ministro Guido Crosetto temeva di essere controllato dai servizi segreti. Per questo aveva chiesto l’aiuto di Palazzo Chigi e della premier Giorgia Meloni. Senza ottenere risposta. Fino a oggi. Qualche mese dopo la sua richiesta, la replica è arrivata sulla scrivania di Raffaele Cantone. Il governo ha scritto di aver accertato tutto. E quindi di poter escludere un coinvolgimento dell’intelligence. La vicenda è quella che ha portato all’indagine su Pasquale Striano e sul magistrato antimafia Antonio Laudati. Ovvero proprio della storia che secondo Meloni non ha ricevuto attenzioni dai media. Ma che sarebbe più grave di quella di Sangiuliano.


Il verbale

Crosetto, racconta oggi Repubblica, nel verbale del 22 gennaio del 2024 riferisce a Cantone le proprie ragioni «di preoccupazione in relazione alla pubblicazione di articoli con informazioni riservate». In particolare si riferisce a uno del giornale Domani nel quale si raccontava che la moglie, Gaia Saponaro, aveva partecipato a un concorso all’Aise, il nostro Servizio estero. In quel verbale il ministro ha detto alla Procura di aver «rappresentato le proprie perplessità sulla possibile provenienza dell’informazione dall’interno degli stessi apparati di sicurezza» sia a Mantovano sia direttamente alla presidente del Consiglio. Il ministro ha sostenuto che gli accertamenti erano stati effettuati ma che lui non ne conosceva l’esito. Ora l’esito è pubblico: «Negativo».


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