L’amara riflessione di Nino Spirlì: «In Lombardia hanno stanato il mio cancro. In Calabria, con gli stessi mezzi, non ci sono riusciti»

Il politico fa una critica sullo stato della sanità nella regione che, in passato, ha governato come presidente facente funzione

C’è l’accenno di un sorriso rassegnato sul volto di Nino Spirlì, che su Facebook pubblica le sue «considerazioni di un malato incompreso». In un post, critica la situazione della sanità in Calabria, regione che ha governato dall’ottobre del 2020 allo stesso mese del 2021. Spirlì, leghista, ha rivelato di lottare contro il cancro lo scorso 5 luglio ma, come spiega ai suoi follower, l’odissea era iniziata molto prima. «Sono “in ballo” con uno sconosciuto dal 4 marzo scorso. Ho fatto sei giri di polka negli ospedali della Calabria – al pronto soccorso di Polistena e al Gruppo oncologico multidisciplinare di Reggio Calabria -. Ho sopportato ben cinque interventi, cinque anestesie totali, otto fra Rmn e Tac, con contrasto e non, quattro Ercp con telecamera incorporata, una sessantina di prelievi di sangue. Lui, il cancro, era accomodato. Comodo comodo. Parlava un’altra lingua, probabilmente».


«Il cancro che parla Lumbàrd»

A spiegare il significato delle frasi di Spirlì è l’affermazione seguente. «Con gli stessi strumenti calabresi – dischetti di ogni passaggio -, a Milano lo hanno stanato». «Ripeto, “probabilmente” parlava Lumbàrd», sottolinea il politico. «Non ho rancori, né rabbie, ma faccio mio il pensiero di molti: perché? Leggo, anche in queste ore, di violenze sui medici. Inorridisco, ma penso: saranno persone che non sono così pazienti come noi, a menare le mani? E, poi, chi è più violento di chi? A tutti chiedo più coscienza, attenzione, professionalità, verità, lealtà, rispetto del giuramento di Ippocrate per gli uni, per le regole dell’educazione e dell’umanità per gli altri».


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