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Rientro a scuola, la riforma di Valditara: «Si deve insegnare l’importanza di lavoro e patria. Più lezioni di Italiano per chi non lo sa»

08 Settembre 2024 - 12:00 Ugo Milano
Giuseppe Valditara rientro a scuola riforma patria lavoro insegnanti sostegno
Giuseppe Valditara rientro a scuola riforma patria lavoro insegnanti sostegno
La prossima settimana gli alunni torneranno sui banchi di molte regioni d'Italia, con diversi cambiamenti voluti dal ministro del governo Meloni

Professori di italiano specifici per gli studenti stranieri che non conoscono la lingua. Questa è una delle principali novità che aspetta gli studenti al ritorno sui banchi di scuola dopo la pausa estiva al termine la prossima settimana in molte regioni d’Italia. A parlarne, spiegando come dovrebbe funzionare, è il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara intervistato da Fabio Rubini su Libero. «All’atto dell’iscrizione, le scuole dovranno valutare il grado di conoscenza della lingua italiana da parte degli studenti. Quelli che non la conoscono adeguatamente dovranno obbligatoriamente frequentare corsi pomeridiani di potenziamento». Inoltre, illustra il ministro: «Già da quest’anno, poi, andremo a formare docenti di italiano (che saranno assunti dal prossimo anno scolastico) specializzati nell’insegnamento agli stranieri».

«Insegnare l’italiano agli stranieri per ridurre la dispersione»

«Gli studenti seguiranno regolarmente le lezioni con i compagni; per chi non conosce la nostra lingua, i corsi di italiano saranno tenuti da docenti specificamente formati». La decisione è basata sui numeri, che l’esponente del governo snocciola nell’intervista: «I dati ci dicono che la dispersione tra gli studenti stranieri è superiore al 30% e che ancora in terza media vi è un gap di conoscenza della nostra lingua rispetto agli studenti italiani del 20%, cioè è come se lo studente straniero avesse un anno scolastico in meno rispetto al suo compagno italiano». L’anno scolastico al via domani presenta anche altre novità.

Le novità dell’anno scolastico 2024-2025

«C’è la riforma degli istituti tecnico-professionali. Avvieremo Agenda Nord, che affiancherà Agenda Sud, già operante dallo scorso anno, con azioni mirate e risorse aggiuntive per contrastare la crescente dispersione scolastica nelle scuole delle periferie delle grandi città del Nord e del Centro Italia. Arriverà presto anche la riforma del voto di condotta e quella dei giudizi alle elementari, che sostituiranno valutazioni incomprensibili per genitori e studenti. Ancora: abbiamo introdotto l’assicurazione per gli infortuni sia per i docenti sia per gli studenti e anche questo è un forte segnale di attenzione verso il mondo della scuola. Così come ci sarà il nuovo contratto che porterà nelle buste paga dei docenti aumenti medi di 160 euro al mese», continua il ministro.

La riconferma degli insegnanti di sostegno e il voto delle famiglie

Per quanto riguarda gli insegnanti di sostegno, poi, «per la prima volta verrà privilegiata la continuità didattica. In sostanza, alla fine di questo anno scolastico, le famiglie potranno chiedere che l’insegnante di sostegno venga confermato qualora vi sia stata una didattica efficace a favore del figlio con disabilità. Stiamo anche specializzando 85mila insegnanti di sostegno».

L’educazione civica e la patria nella scuola di Valditara

Valditara tocca poi il tema della nuova educazione civica, per cui gli insegnanti di altre materie dovranno «proporre attività che sviluppino conoscenze e abilità relative all’educazione alla cittadinanza, all’educazione alla salute e al benessere psicofisico, al contrasto delle dipendenze, all’educazione ambientale, all’educazione finanziaria, all’educazione stradale, all’educazione digitale e all’educazione al rispetto». Elabora il titolare dell’Istruzione: «Al posto della responsabilità sociale, abbiamo introdotto il concetto di responsabilità individuale, in una logica che è moderna e autenticamente liberale. Poi c’è il tema della libertà, che è uno dei pilastri fondamentali della nostra Costituzione, e del rispetto verso ogni individuo». Alla base dell’educazione civica nella visione del ministro c’è anche la «patria».

«La scuola deve far capire la bellezza del lavoro»

La scuola dell’obbligo deve preparare al mondo del lavoro. Questo è uno dei punti cardinali dell’intervista rilasciata da Valditara a Libero. «Io parlo di valorizzare questo diritto/dovere, di far capire la bellezza del lavoro, la sua importanza. Perché, se da una parte la scuola è finalizzata a rendere gli studenti liberi da qualsiasi condizionamento, a farli maturare come futuri cittadini consapevoli, dall’altra deve servire a stimolare lo studente all’impegno anche in vista dei futuri sviluppi lavorativi, il che significa impegnarsi per la propria realizzazione personale. Si legge anche in quest’ottica un altro grande tema della riforma: la valorizzazione dell’iniziativa economica privata. La lotta alla povertà e la crescita del benessere passano innanzitutto attraverso lo sviluppo economico».

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