Lollobrigida, sterminate le 50mila api patriote del suo alveare al ministero dell’Agricoltura

L’alveare tricolore sul tetto del dicastero è stato attaccato da vespe e calabroni. Intanto l’ex compagno di Arianna Meloni è ancora senza portavoce

Un alveare composto da tre arnie orna il tetto del civico 20 di via XX Settembre a Roma, dove ha sede il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (Masaf). Il tutto «ovviamente tricolori», aveva commentato il ministro Francesco Lollobrigida. Ma adesso, delle api che erano state poste lì come «simbolo di operosità» non rimane nulla. Tra fine agosto e inizio settembre un’invasione di vespe e calabroni le ha sterminate tutte e 50mila. Solo l’ultimo, e il più piccolo, dei problemi per un dicastero che si appresta ad affrontare il G7 dell’Agricoltura senza un portavoce ufficiale.


La morte delle api

L’annuncio era arrivato il 20 maggio, in occasione della Giornata mondiale delle api. in un video su Instagram Lollobrigida aveva introdotto la grande novità: un alveare verde-bianco-rosso «per la prima volta sul tetto di un ministero». Annuncio in pompa magna con tanto di cucchiaiata di miele griffato Masaf perché quei piccoli animaletti sono «un esempio di come si possa lavorare e produrre grande qualità», tanto da assurgere a simbolo del Ministero dell’Agricoltura. Una iniziativa che serviva anche a sottolineare l’importanza delle api «per la natura e le future generazioni». Un progetto incominciato nel 2023, ripetuto quattro mesi fa e ora – probabilmente – destinato a spegnersi.


Senza portavoce

Il destino delle api, segnato da un’invasione di vespe orientalis e calabroni, sembra ricalcare il periodo del ministro. La separazione da Arianna Meloni, sorella della premier, sembra aver causato la quasi completa – e insolita – scomparsa dai riflettori di Francesco Lollobrigida. Nessuna intervista a giornali e tv, post Instagram a rilento (quando prima erano due o tre al giorno). Tutto il Masaf sembra essere focalizzato a pieno sul G7 dell’Agricoltura, che si aprirà il 21 settembre a Siracusa e si chiuderà otto giorni dopo. Una preparazione che si è fatta più difficile da quando si è dimesso il portavoce, capo della comunicazione del dicastero di via XX Settembre. Il capo ufficio stampa Paolo Signorelli ha notificato il suo addio in data 11 giugno: erano venuti a galla vecchi scambi di messaggi con l’ex capoultrà laziale e narcotrafficante Diabolik. E la sedia, da lui lasciata vuota, per ora rimane senza padrone. E a quanto pare anche senza pretendenti. Per ora il ministero ha deciso lunedì 9 settembre di appaltare l’ambito mediatico a una società esterna, “Comin & Partners”. Per intenderci, la stessa azienda che si era occupata del G7 dell’Ambiente collaborando con il ministro Gilberto Pichetto Fratin. In cambio, si legge su Il Foglio, di «146.400 euro più Iva». Per un politico come Lollobrigida, sempre sull’orlo di gaffe, il G7 è una enorme opportunità di rivincita. Forse anche per questo la strategia, per ora, rimane quella del silenzio.

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