Raid israeliano su Khan Younis, almeno 40 morti. IdF: «Colpito centro di comando di Hamas nell’area umanitaria»
Sarebbero almeno 40 i morti palestinesi di un raid aereo che ha colpito la zona costiera di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. L’attacco, avvenuto nella serata tra lunedì 9 e martedì 10 settembre, avrebbe colpito secondo l’IDF (Israel Defence Forces) «un centro di comando e controllo di Hamas incorporato nell’area umanitaria di Khan Younis». Ma Hamas nega: «Le accuse dell’occupazione sulla presenza di combattenti della resistenza – si legge su Telegram – sono una palese menzogna».
L’attacco
Gli aerei attaccano poco dopo la mezzanotte con l’intenzione, riporta The Times of Israel, di colpire uno dei fulcri logistici e decisionali di Hamas a Gaza. Il mirino è puntato più precisamente contro Al-Mawasi, una delle cosiddette safe zone in cui gli stessi israeliani hanno fatto confluire gli sfollati assicurando la loro incolumità. Secondo quanto dichiarato, le forze israeliane, avrebbero avuto ragione di pensare che in quella località, tra le tende dei rifugiati, si nascondesse una sede di comando da cui i vertici di Hamas «hanno avanzato e dispiegato complotti terroristici» contro truppe e civili. Prima dell’attacco, spiega l’IDF in un post su X, sarebbero state adottate «numerose misure per mitigare il rischio di danneggiare i civili» utilizzando munizioni di precisione e informazioni di intelligence.
Almeno 40 vittime
Poco dopo l’attacco, le notizie che arrivano dalla zona colpita sono drammatiche. Un funzionario della Difesa civile della Striscia spiega alla Afp che ci sono vittime e feriti. E fa anche i numeri: almeno 40 morti e altre 60 persone in condizioni gravi. «Intere famiglie sono scomparse nel massacro, sotto la sabbia, in buche profonde», ha dichiarato Mahmoud Basal, portavoce della Difesa civile. I crateri, secondo alcune fonti locali, arrivano a una profondità di nove metri. Una ventina di tende avrebbero preso fuoco rendendo ancora più letale il raid. Un funzionario della protezione civile ha aggiunto: «I nostri equipaggi sono ancora al lavoro per recuperare 15 dispersi». Israele ha spiegato l’attacco come un raid militare contro Hamas, che continuerebbe ad «abusare sistematicamente delle infrastrutture civili e umanitarie, compresa l’area umanitaria designata». L’organizzazione palestinese sostiene invece che la presenza di militari sul luogo sia «una palese menzogna che mira a giustificare crimini orrendi».
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