Maria Rosaria Boccia prepara l’assalto tv a Meloni: «Il mio contratto al ministero stracciato per suo capriccio: questa è dittatura»
«Se il capriccio comanda l’azione di governo, ormai stiamo passando alla dittatura». Dopo le dimissioni di Gennaro Sangiuliano Maria Rosaria Boccia non molla la presa, anzi torna ad incalzare e a prendere di mira soprattutto la «titolare» dell’ormai ex ministro della Cultura: ovvero Giorgia Meloni. L’imprenditrice-influencer tornerà in tv questa sera, ospite di Bianca Berlinguer su Rete 4. E tiene a farlo sapere urbi et orbi, alzando se possibile il tiro delle accuse alla premier. «Difendo la mia dignità e onorabilità di donna e cittadina, e quindi difendo la mia virtù», scrive sui social Boccia, che poi s’improvvisa filosofa politica a uso Instagram. «Nella difesa della virtù del popolo risiede il principio di conservazione dello Stato repubblicano. È mio diritto tutelare la verità della mia dignità e onorabilità, macchiate dalle offese del Ministro della Cultura». Boccia pretende da giorni «scuse in mondovisione» da parte di Sangiuliano, per riequilibrare gli attacchi a suo dire subiti nell’intervista-fiume al Tg1 (che per la verità ha finito per accelerare il grottesco tragitto verso le inevitabili dimissioni). Senza quel passo, promette di continuare a dare battaglia. E l’ospitata a È sempre Cartabianca (stasera dalle 21.25) su Rete 4 – che ha già mandato su tutte le furie la premier, pare – è l’occasione perfetta.
La «virtù calpestata» e l’ombra della dittatura
«Non ho ancora ricevuto scuse ufficiali; anzi, sono stata più volte minacciata di denuncia. Per questo, per amore della Democrazia e della Repubblica, devo difendere con fermezza la mia onorabilità di donna e di cittadina repubblicana», prosegue l’intemerata l’imprenditrice. «È necessario, quindi, che io dimostri la verità della mia virtù offesa. Intendo provare che la mia virtù è stata brutalmente offesa in mondovisione e che il ruolo di Consigliera del Ministro, che ho svolto, mi è stato tolto ingiustamente, stracciando il decreto ministeriale di nomina per capriccio di donna». Lei, Meloni, s’intende. Infine la stoccata politica più pesante: «Se il capriccio comanda l’azione di governo, allora siamo già al passaggio verso una nuova forma di governo: la dittatura. Il principio di conservazione della dittatura risiede appunto nel capriccio del dittatore». Che nel caso di specie sarebbe appunto, si suppone, sempre lei: Giorgia Meloni.
La sferzata social
«La potenza è nulla senza il controllo», aveva scritto poco prima in una story l’imprenditrice 41enne: queste parole, in rosso sbiadito, campeggiano davanti alla foto in bianco e nero di uno yacht. Sull’imbarcazione si legge il nome Invictus, mentre in sottofondo le note di «Io vagabondo» dei Nomadi accompagnano l’attacco. Perché è difficile pensare, dopo giorni in cui le storie e i post Instagram di Boccia sono un continuo riferimento alle vicende che coinvolgono il Ministero della Cultura, che l’influencer abbia d’improvviso deciso di tornare alla vita privata. È anzi facilmente decifrabile un attacco non troppo mascherato alla premier Giorgia Meloni. Ma le accuse di Boccia fanno sempre meno paura al governo. «Ho visionato le chat dell’ex ministro e sono sereno. Non ho alcun timore di quello che può dire questa signora», ha dichiarato il legale di Sangiuliano Silverio Sica stamattina a L’aria che tira su La7.
Il botta e risposta con Meloni
Una sfida a distanza che per prima la Presidente del Consiglio aveva ingaggiato al Forum Ambrosetti di Cernobbio, in risposta agli appelli di Boccia. «La mia idea su come una donna debba guadagnarsi il suo spazio nella società è diametralmente opposto da quello di questa persona», aveva commentato Meloni. A queste parole Maria Rosaria Boccia aveva risposto ancora sfruttando i social media. In un post pubblicato domenica 8 settembre la donna si è riferita alla premier, taggandola chiaramente, con l’immagine di un pugile che tira pugni al vento. «Ciò che vedo è una donna pronta allo scontro, che affronta la situazione con la forza di un pugile, che soffia il naso dopo il jab, ma non vede di aver sferrato un colpo al vento, senza intaccare la verità. Metta da parte i guantoni: sono la gentilezza e le carezze ciò di cui c’è bisogno». E ha ribadito l’importanza di ascoltare le storie altrui con umiltà. «Fino a raggiungere la dimensione della verità, che apre la possibilità di scegliere consapevolmente e comprendere che ci sono strade diametralmente opposte tra cui scegliere», riprendendo direttamente l’espressione usata da Giorgia Meloni il giorno precedente.
L’indagine su Sangiuliano e la linea di difesa
E la situazione non sembra ancora in via di risoluzione. Anzi, l’ex ministro Gennaro Sangiuliano è stato ufficialmente inserito nel registro degli indagati: atto dovuto in seguito all’esposto del verde Angelo Bonelli. Boccia sarà poi ospite stasera al programma È sempre Cartabianca su Rete 4, condotto da Bianca Berlinguer. Fatto che raffredda ulteriormente il rapporto Palazzo Chigi-Mediaset, già gelidi dall’affaire Giambruno. «I giornalisti dovrebbero fare il loro lavoro: prima si verifica chi è l’accusatore, poi si passa all’accusato», è la stoccata dell’avvocato Silverio Sica. «Una certa stampa ha alterato le regole della professione».
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