Puglia, ancora un’aggressione in corsia: il paziente prende a calci il medico. Il dg dell’ospedale di Foggia: «Se continua così dovremo chiudere»
Tre aggressioni nell’ultima settimana contro il personale sanitario dell’ospedale Riuniti di Foggia. E non è finita. Stamattina c’è stato un nuovo agguato ai danni di un medico della struttura Francesco Ferrari di Casarano, in provincia di Lecce. Per porre freno all’improvvisa emergenza, il governo ha già pensato di aumentare i presidi delle forze dell’ordine negli ospedali e aggiungere ulteriori misure di difesa. «Se continuiamo così saremo costretti chiudere», ha commentato il direttore del policlinico foggiano Giuseppe Pasqualone.
L’ultimo caso
L’uomo, un 70enne, attendeva un esame di cistoscopia in un ambulatorio del reparto di Urologia del Francesco Ferrari. Il medico lo aveva già fatto sdraiare sul lettino da visita quando il paziente avrebbe iniziato a dare segni di insofferenza. Il medico era allora uscito dalla stanza e aveva avvisato la moglie dell’uomo che, in quelle condizioni, non sarebbe stato possibile portare a termine l’esame. Rientrato, è stato accolto da un calcio al basso ventre dal paziente, che si è poi allontanato. Il medico aggredito, guaribile in 15 giorni, ha immediatamente allertato i carabinieri e denunciato l’accaduto, a cui ha anche fornito le generalità dell’uomo. L’accusa è di lesioni personali aggravate, perché compiute ai danni di personale sanitario. Il direttore generale del Francesco Ferrari di Casarano ha sottolineato come la gravità dell’episodio sia ancora maggiore perché avvenuto «durante l’esecuzione di un esame diagnostico ambulatoriale».
L’allarme e le richieste dei medici
Per tentare di mettere un punto alla situazione, o almeno sensibilizzare riguardo al tema, il direttore generale del Riuniti di Foggia Giuseppe Pasqualone ha indetto per stamattina una conferenza stampa. «Il mio appello è al rispetto del personale in servizio perché è bravo e lo dicono i dati a livello nazionale», ha ricordato. Nella notte di mercoledì 4 settembre un gruppo di 50 persone aveva aggredito medici e infermieri nella struttura pugliese. Il fatto è avvenuto in seguito alla morte durante un intervento della parente 23enne Natasha Pugliese, sul quale sono ancora in corso accertamenti. Il personale si era dovuto asserragliare all’interno di una sala. Pochi giorni dopo un 18enne era stato arrestato in flagranza di reato per il pestaggio di altri tre infermieri. E ancora ieri, lunedì 9 settembre, un uomo in attesa di una visita ha aggredito due infermieri e una guardia giurata. «In pronto soccorso si lavora in condizioni difficili», ha spiegato Pasqualone. «Abbiamo un organico dimezzato, non riusciamo a recuperare medici e i cittadini che arrivano in condizioni non gravi devono aspettare. Devono avere pazienza». Rimane viva per Giuseppe Pasqualone la proposta dell’istituzione del manager di sicurezza: «È una figura necessaria, serve per garantire serenità all’interno del policlinico». Il direttore generale dell’ospedale Riuniti ha poi chiosato: «Se continuiamo così finiremo per chiudere il pronto soccorso perché rimarremo senza medici, infermieri e operatori sanitari».
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