La Bielorussia si scaglia contro Pokémon Go: «È uno strumento di intelligence dei governi occidentali»
La Bielorussia di Aleksandr Lukashenko ha un nuovo nemico e non si tratta né dell’Ucraina né di un qualsiasi Paese occidentale, bensì di Pokémon Go, il celebre gioco giapponese basato su realtà aumentata divenuto popolare nel 2016. Secondo Alexander Ivanov, capo del dipartimento di lavoro ideologico del ministero della Difesa, il videogioco non sarebbe altro che uno strumento di intelligence, attraverso cui i governi occidentali hanno cercato di raccogliere informazioni sensibili sull’aviazione bielorussa nei pressi di Minsk, la capitale.
I sospetti di Minsk
«Dove pensate che ci fossero più Pokémon a quel tempo?», ha chiesto Ivanov nei giorni scorsi mentre era ospite del talk show bielorusso Essentially. La risposta: «Sul territorio della cinquantesima base aerea, dove c’è la pista, dove c’è un sacco di equipaggiamento per l’aviazione militare. È lì che c’erano più Pokémon. Non è forse un’informazione di intelligence?», ha spiegato l’alto funzionario del ministero della Difesa bielorusso.
La fuga di Niantic dopo l’invasione dell’Ucraina
Lanciato nel 2016, Pokémon Go è un videogioco di realtà aumentata che consentiva ai giocatori di utilizzare il Gps dei propri smartphone per catturare Pokémon nel mondo fisico. All’epoca, fu la Russia – stretto alleato della Bielorussia – a lanciare l’allarme sulla possibilità che il videogioco rappresentasse un rischio per la sicurezza. Mentre alcuni media russi, scrive Politico, sosteneva che fosse un complotto della Cia, l’agenzia di intelligence degli Stati Uniti. Niantic, lo sviluppatore americano dell’applicazione, ha sempre respinto queste accuse. Nel marzo 2022, pochi giorni dopo l’invasione russa in Ucraina, l’azienda statunitense ha annunciato la cessazione delle proprie attività in Russia e Bielorussia.
In copertina: I campionati del mondo di Pokémon a Washington DC (EPA/Michael Reynolds)