Cannabis light, il Tar del Lazio sospende il decreto del governo sul Cbd. Le opposizioni esultano: «Smontata la propaganda proibizionista»
Il Tar del Lazio ha sospeso il decreto del ministero della Salute che inseriva il Cbd, l’olio di cannabidiolo, tra le sostanze stupefacenti a rischio abuso. In una sentenza pubblicata oggi, mercoledì 11 settembre, i giudici amministrativi hanno accolto il ricorso dell’Ici, gli Imprenditori Canapa Italia, fissando un’udienza di merito il prossimo 16 dicembre. Il provvedimento approvato dal governo Meloni lo scorso giugno aveva inserito l’estratto della cannabis nella tabella dei famraci, vietandone la vendita libera nei negozi, nelle erboristerie e nei tabaccai. Gli estratti di Cbd, di conseguenza, erano reperibili soltanto in farmacia esibendo una ricetta medica.
La protesta delle imprese del settore
Secondo l’Ici, la sentenza del Tar del Lazio ha compreso «il grave pericolo economico e sociale che l’applicazione del decreto avrebbe comportato». In attesa di esprimersi nel merito, i giudici amministrativi hanno sospeso il provvedimento del governo. «Questa decisione – continua la nota degli imprenditori del settore – rappresenta un’importante vittoria per il settore della canapa industriale, che rischiava di subire gravi danni economici. I giudici hanno ritenuto che l’applicazione del decreto avrebbe potuto arrecare conseguenze significative agli imprenditori e agli agricoltori del settore, già fortemente impegnati in investimenti legati alla canapa». Già ad ottobre 2023 lo stesso Tar del Lazio aveva sospeso il decreto.
Esultano le opposizioni
Ad accogliere con favore la sentenza dei giudici non sono solo le aziende del settore, ma anche diversi partiti di opposizione. Secondo Marco Furfaro, responsabile iniziative politiche del Pd, la decisione del Tar rappresenta «l’ennesima figuraccia di questo governo di incompetenti». Riccardo Magi, segretario di +Europa, parla di una sentenza che «smonta tutta la propaganda proibizionista del governo sulla cannabis light». Mentre Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde, ricorda che «la cannabis light non è una droga, come stabilito dalla sentenza della corte di giustizia del 2020, e viene utilizzata in molti settori del nostro Paese: dall’abbigliamento all’edilizia». Alleanza Verdi-Sinistra ha richiesto un’informativa alla Camera del ministro della Salute, Orazio Schillaci, proprio su questo argomento. In una nota Palazzo Chigi ha sottolineato come la decisione del Tar riguardi il decreto del ministero della Salute e non l’emendamento al ddl sicurezza: «Tale emendamento interviene per recepire la sentenza della Corte di Cassazione n. 30475 del 30 maggio 2019, che mantenendo la commercializzazione dei derivati da inflorescenze (marjuana) e resina (hashish) “sottoposta alla disciplina del dpr n. 309 del 1990”, la esclude dalla legge n. 242/2016, che prevede la sola liceità della coltivazione della cannabis per altre finalità, tassativamente indicate dalla legge medesima».
Foto di copertina: Dreamstime/Howtogoto
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