Elisabetta Franchi: «Ho assunto 7 investigatori per scoprire un tradimento»

La giovinezza difficile, i primi passi sul lavoro e la separazione dal compagno

Elisabetta Franchi è fondatrice del marchio omonimo e Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. Ama ripetere di essersi fatta da sola. E oggi racconta la sua storia al Corriere della Sera: «Sono nata in una famiglia di umilissime origini. Non avevamo la luce e il riscaldamento, con l’ufficiale giudiziario sempre alla porta: mia madre aveva costruito una stanza murata, nascondeva lì le nostre poche cose». Dice di non aver capito che lavoro facesse sua madre: «Mio padre naturale si chiama Pasquali, io ho il cognome del primo marito di mia madre. Mi è andata di fortuna, Elisabetta Pasquali non suonava bene. Per il resto un disastro: era un contrabbandiere di sigarette. Ho imparato presto ad arrangiarmi, a 5 anni già cucinavo per tutti».


La fuga e i leggings con la staffa

Dice di aver incontrato a 17 anni «un ragazzo perbene e sono fuggita con lui. Mi sono trovata a vivere a casa sua, con la famiglia di lui, genitori e nonni, un sogno. Lavoravo al mercato La Piazzola di Bologna, in una bancarella di intimo, dove ho cominciato a studiare le donne. Mandavo i soldi a casa, ma nessuno di loro mi cercava». Ha lavorato «in un bar, poi in una azienda di fast fashion, la Imperial, dove all’inizio scaricavo camion di merce. Avevo davanti venti persone geniali nel business, ma gli mancava la “scintilla”. È andata avanti così 4 anni, prima che trovassi il coraggio di alzare la mano». Poi lo ha fatto: «C’è stato un momento di gelo: “Dobbiamo fare i leggings con la staffa e le canottiere in stile Madonna”. Mi hanno dato retta e da quel momento hanno cominciato ad assaltare i camion».


I primi guadagni

«All’epoca lavoravo tantissimo e grazie a quei sacrifici già guadagnavo 5 milioni di lire: mi sono regalata una Uno bianca e poi una Y10», racconta. E ancora: «Volevo fare belle le donne. Mi sono innamorata dell’AD dell’azienda dove lavoravo, più grande di me di 20 anni: si chiamava Sabatino Cennamo, è diventato mio marito e abbiamo costruito la nostra società. Siamo stati insieme 17 anni, abbiamo avuto insieme Ginevra. Poi è morto in 4 mesi per un tumore al pancreas». Dice di averglielo nascosto: «Volevo che fosse sereno. Non ho potuto piangerlo: appena è morto ho aperto con il fabbro della Guardia di Finanza la cassaforte, non avevo le chiavi, gestiva tutto lui. Ho preso in mano l’azienda: è passata da 37 a 170 milioni di euro».

La separazione

Intanto si è separata dal compagno Alan Scarpellini. «Siamo stati insieme 16 anni, è il padre di mio figlio Leone. Poi ad un certo punto o sono cresciuta troppo io o è rimasto troppo indietro lui. Non avevamo più argomenti in comune, ho fatto il road show per quotarmi in Borsa e non riuscivo neppure a parlargli di ciò che stavo vivendo». Competizione? «Anche, oltre che una questione di tradimenti. Lo vedevo strano, da ex bello non accettava il trascorrere del tempo e lo rincorreva concentrandosi sull’estetica. Le amiche mi hanno aperto gli occhi: gli ho messo dietro 7 investigatori, mi hanno portato indietro un dossier. Prima di aprirlo ho chiesto a lui di dirmi come stavano le cose, ma ha continuato a mentire. Abbiamo trascorso il Natale insieme per i figli. Poi il 4 gennaio gli ho chiesto di andarsene».

Lo sfregio

A ferirla di più è stato «lo sfregio. Andava in giro a raccontare che mi tradiva. Gli ho sempre detto: “Un tuo sguardo di troppo è lo sguardo del marito di Elisabetta Franchi”».

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