Fecondazione assistita, la battaglia di Evita: «Anche i single possono avere figli»
Si chiama Evita, ha 40 anni, viene da Torino e ha deciso di avere un figlio con la fecondazione eterologa. Ma per le leggi italiane non può. Perché è single. Ma lei ha deciso di non arrendersi. E ha portato la legge davanti alla Corte Costituzionale. A permetterglielo è stato il tribunale di Firenze, perché il donatore anonimo viene da un centro in Toscana. L’associazione Coscioni dice che secondo il tribunale l’esclusione delle donne single potrebbe violare «principi costituzionali come il diritto all’uguaglianza, alla salute e alla libertà di autodeterminazione, al diritto incoercibile della persona di costituire una famiglia, al rispetto alla vita privata e familiare, al diritto all’integrità fisica e psichica».
La procreazione assistita dei single
E che non rispetta «la libertà di autodeterminazione in ordine alla propria sfera privata con particolare riguardo al diritto di ciascuno alla costituzione del proprio modello di famiglia». La giudice ha inoltre sottolineato come in diversi Stati europei le tecniche di fecondazione assistita non siano accessibili solo alle coppie di sesso diverso». Il divieto è nei fatti spesso aggirato tramite il “turismo procreativo”. Come ha fatto Flavia A. sempre a Firenze: ha avuto un bambino con la procreazione assistita in Ucraina. L’avvocata Filomena Gallo dice che l’ordinanza «rappresenta un passo importante verso l’affermazione dei diritti riproduttivi delle persone single in Italia».
La parola alla Consulta
Cancellare il divieto in vigore, inoltre, «non crea alcun vuoto normativo perché le procedure sono normate e l’eterologa è legale in Italia dal 2014 grazie alla sentenza di incostituzionalità numero 162». Ora la parola passa alla Corte Costituzionale.