Le fake news del primo dibattito presidenziale tra Kamala Harris e Donald Trump

Entrambi i candidati hanno riportato notizie false e fuorvianti durante il loro primo incontro pubblico

Nel corso del primo dibattito presidenziale tra Donald Trump e Kamala Harris, entrambi i candidati hanno fatto uso di fake news per attaccare l’avversario o attribuirsi presunti meriti durante i propri mandati. I conduttori di ABC News, David Muir e Linsey Davis, sono intervenuti smentendo alcune delle dichiarazioni di Donald Trump attraverso fact-check precedenti, lasciando però molte altre, incluse quelle della candidata democratica, non verificate in tempo reale. Considerando il quantitativo di disinformazione prodotto da entrambi, un fact-check completo avrebbe prolungato e bloccato eccessivamente il dibattito. In questo articolo, riporteremo solo alcune delle falsità più evidenti e potenzialmente più “toccanti” per il pubblico, partendo da quelle della candidata democratica.

Kamala Harris e l’esercito americano all’estero

L’attuale vicepresidente americana ha dichiarato che, in data odierna, le forze dell’esercito americano non sono in servizio attivo in una zona di guerra nel mondo «per la prima volta in questo secolo»

PARZIALMENTE FALSO

Gli Stati Uniti non sono in guerra con un Paese straniero, tuttavia risultano attivi militarmente nel Medio Oriente, in particolare nelle coste israeliane e nell’ambito delle operazioni contro gli Houthi dello Yemen, dove si registrano anche perdite tra i soldati americani.

Kamala Harris e il «bagno di sangue» di Donald Trump

Kamala Harris ha rilanciato la narrazione di una presunta “minaccia” da parte di Donald Trump di un presunto «bagno di sangue» nel caso non venisse eletto presidente.

CONTESTO FALSO

Questa falsa narrazione viene fornita dai democratici a seguito di una dichiarazione completamente decontestualizzata. Il riferimento al «bagno di sangue» non era riferito ad atti violenti, come quelli registrati il 6 gennaio 2021 a Capitol Hill. Durante un comizio del 17 marzo 2024 nell’Ohio, Donald Trump propose di imporre una tariffa del 100% su ogni auto che attraversava il confine, con l’obiettivo di impedire alle aziende cinesi di vendere i loro veicoli negli Stati Uniti. Trump fece intendere che, senza questa misura, l’economia americana avrebbe subito un «bagno di sangue».

Kamala Harris e il tasso di disoccupazione dell’amministrazione Trump

Secondo la candidata democratica, l’amministrazione Trump avrebbe concluso il suo mandato lasciando in eredità un tasso di disoccupazione peggiore di quello registrato durante la “Grande Depressione”.

CONTESTO MANCANTE

Kamala Harris avrebbe parzialmente ragione, ma omette il contesto. A fine 2019, durante la presidenza Trump, il tasso di disoccupazione era del 3,5%. Con la pandemia Covid-19, scoppiata nel 2020, anche gli Stati Uniti hanno dovuto affrontare i relativi problemi economici, registrando un aumento improvviso del tasso di disoccupazione fino al 14,8% nell’aprile di quell’anno.

FALSO

Risulta falsa la dichiarazione riguardo a un tasso di disoccupazione peggiore di quello registrato durante la “Grande Depressione”. All’epoca, il tasso raggiunse una percentuale pari al 24,9% che è di gran lunga superiore al 14,9% raggiunto durante l’amministrazione Trump a causa della Pandemia Covid-19.

Kamala Harris e i posti di lavoro nel settore manifatturiero

La candidata democratica sostiene che la presidenza Trump avrebbe fatto perdere posti di lavoro nel settore manifatturiero. Inoltre, sostiene che l’amministrazione Biden sia riuscita a invertire il trend arrivando ad aumentare di gran lunga i posti di lavoro nel medesimo settore.

CONTESTO MANCANTE

Ciò che Kamala Harris continua a ignorare è il contesto pandemico, come dimostrato nell’analisi della precedente dichiarazione sul tasso di disoccupazione.

Kamala Harris e le dichiarazioni di Trump sul caso Charlottesville

Kamala Harris, ricordando i disordini di Charlottesville del 2017, accusa Donald Trump di aver definito come «brave persone» i rivoltosi suprematisti bianchi che volevano impedire la rimozione della statua di Robert E. Lee. Uno di questi, James Fields Jr, travolse con la propria auto contro un gruppo di contro-manifestanti uccidendo una donna di 32 anni, Heather Heyer.

CONTESTO MANCANTE

Donald Trump, a seguito dei disordini, aveva dichiarato che c’erano «brave persone da entrambe le parti» riferendosi sia ai manifestanti che ai contro-manifestanti che non avevano agito con violenza. Ciò che Kamala Harris omette è che Trump aveva condannato le azioni violente fin dal 12 agosto 2017: «Condanniamo nei termini più forti possibili questa oltraggiosa dimostrazione di odio, bigottismo e violenza, da più parti». Per «più parti», Trump fa riferimento sia ai violenti di destra che a quelli di “sinistra” tra i contro-manifestanti che accusa di essere giunti sul posto per attaccare chi contestava la rimozione della statua.

Il 14 agosto 2017, sul sito della Casa Bianca viene pubblicato un comunicato dell’allora Presidente Trump con la seguente dichiarazione: «Chiunque abbia agito in modo criminale nella violenza razzista di questo fine settimana, sarà ritenuto pienamente responsabile. La giustizia sarà fatta» e «Il razzismo è malvagio. E coloro che causano violenza in suo nome sono criminali e delinquenti, tra cui il KKK, i neonazisti, i suprematisti bianchi e altri gruppi d’odio che sono ripugnanti per tutto ciò che ci sta a cuore come americani.».

La stessa contestazione venne posta durante le scorse elezioni americane, dove Trump ribadì di non essere a favore dei suprematisti bianchi autori delle violenze. Tuttavia, Donald Trump viene messo in dubbio per le risposte fornite ai giornalisti sul caso. Nel 2016 aveva risposto in modo ambiguo sul sostegno ricevuto dall’ex leader del KKK David Duke.

Kamala Harris e il Progetto 2025

Secondo Kamala Harris, attraverso il Progetto 2025 verrebbe approvata una politica nazionale sull’aborto, monitorando le gravidanze e gli aborti spontanei.

FALSO

Il Progetto 2025, un insieme di proposte politiche dei conservatori per una prossima presidenza repubblicana, non prevede quanto affermato da Kamala Harris.

Il documento contesta gli Stati liberali definendoli “santuari per il turismo dell’aborto” e suggerisce al Dipartimento della Salute (HHS) che ogni Stato riferisca quanti aborti avvengono all’interno dei propri confini e lo Stato di residenza della donna. Inoltre, propone di suddividere per categorie i dati raccolti per le statistiche (aborti spontanei, trattamenti che causano incidentalmente la morte del feto, le morti alla nascita e aborto indotto).

Donald Trump e il Progetto 2025

Il candidato repubblicano afferma di non avere nulla a che fare con il Progetto 2025.

CONTESTO MANCANTE

Benché Donald Trump non abbia a che fare con la stesura delle proposte del Progetto 2025, ben 140 persone della sua precedente amministrazione risultano coinvolti. Un dato che smentisce la dichiarazione pubblica dello stesso Trump dove affermava di non avere idea di chi ci sia dietro. Nello stesso intervento, aveva definito «ridicoli» alcuni punti del Progetto, ma non tutti.

Donald Trump e l’assalto a Capitol Hill

Trump sostiene di non avere nulla a che fare con l’assalto di Capitol Hill.

PARZIALMENTE FALSO

Il candidato repubblicano è senza ombra di dubbio il primo sostenitore di un fantomatico broglio elettorale durante le elezioni del 2020. Il 6 gennaio 2021, Trump ha radunato i suoi sostenitori nei pressi di Capitol Hill per contestare e far ritardare la conferma della presidenza Biden. Lo stesso Trump aveva invitato i suoi sostenitori a marciare verso Capitol Hill. Benché non abbia espresso in maniera esplicita l’invito a un assalto, gli vengono contestate le parole come «dovete mostrare la forza» e «combattiamo come all’inferno».

Donald Trump e l’aiuto rifiutato da Nancy Pelosi

Riguardo all’assalto del 6 gennaio 2021, Donald Trump sostiene di aver offerto a Nancy Pelosi 10.000 uomini della Guardia Nazionale. Secondo il suo racconto, Pelosi avrebbe rifiutato tale aiuto.

FALSO

La narrazione non regge per un semplice motivo: Nancy Pelosi non si occupa della Guardia Nazionale e non poteva in alcun modo accettare o rifiutare una proposta del genere. Spetta al Capitol Police Board la decisione di chiamare la Guardia Nazionale presso Capitol Hill.

Secondo il rapporto del Comitato del 6 gennaio (a pagina 534, 560 del PDF), Trump non avrebbe proposto l’idea di inviare 10.000 uomini della Guardia Nazionale per proteggere il Campidoglio, ma per proteggere lui e i suoi sostenitori da eventuali contestatori democratici («contro-manifestanti di sinistra»).

Donald Trump e i dati sulla criminalità degli immigrati

Secondo il candidato repubblicano, la criminalità sarebbe salita alle stelle e in particolare quella attuata dagli immigrati.

FALSO

Secondo i colleghi di Factchequeado a marzo 2024, i dati mostrano un calo della criminalità dal 2020 anche nelle città che hanno registrato un aumento dei migranti.

I dati forniti dall’FBI dimostrano un calo della criminalità dal 2020 al 2022. Non risultano ancora pubblicate le valutazioni definitive per gli anni successivi fino al 2024. Tuttavia, le pubblicazioni dei rapporti preliminari trimestrali (il più recente risale a giugno 2024) non dimostrano un aumento dei casi.

Donald Trump e i migranti haitiani che mangiano animali domestici in Ohio

Trump sostiene che i migranti haitiani starebbero mangiando gli animali domestici dei cittadini americani di Springfield, in Ohio.

FALSO

Trump riprende la notizia infondata rilanciata dal senatore repubblicano JD Vance e dall’alleato Elon Musk. A diffondere la falsa narrazione è stato un utente sui social che riprendeva a sua volta il presunto «racconto di un’amica della figlia del vicino». Sia il dipartimento di Polizia di Springfield che il sindaco della città, Rob Rue, hanno smentito le dicerie online ritenendole infondate.

Donald Trump e i 21 milioni di migranti

Il candidato repubblicano accusa l’amministrazione Biden di aver lasciato entrare negli Stati Uniti 21 milioni di migranti illegali nel corso del mandato.

FALSO

Il dato fornito da Trump non corrisponde a quelli ufficiali. Risulta molto più alto rispetto agli 8 milioni citati dal repubblicano Ron DeSantis a gennaio 2024, anche questi raccontati in maniera fuorviante. Il dato riguarda i tentativi di entrata da parte dei migranti, a volte ripetuti dalle stesse persone, che nell’novembre 2023 risultavano intorno a 8,1 milioni. Un dato ben diverso è l’effettivo accesso e/o in attesa di giudizio. Secondo un rapporto del Dipartimento di Sicurezza (Department of Homeland Security), l’amministrazione Biden avrebbe rilasciato l’accesso a circa 2.3 milioni di migranti provenienti dal confine meridionale, mentre risultano circa 4 milioni i respinti.

Donald Trump, l’aborto e l’infanticidio

Trump sostiene che il Governatore della Virginia (citano erroneamente la Virginia Occidentale) fosse favorevole all’aborto a tal punto di «giustiziare» il bambino anche se appena nato. La stessa accusa è stata rivolta al candidato vicepresidente dei democratici, Tim Walz.

CONTESTO MANCANTE

L’infanticidio è un reato riconosciuto in tutti gli Stati Uniti d’America. Trump fa riferimento alle dichiarazioni rilasciate nel 2019 dall’ex Governatore e medico Ralph Northam, il quale non sosteneva affatto l’infanticidio. Durante il suo intervento, Northam poneva l’esempio di un feto con gravi deformità o privo di possibilità di sopravvivenza. Inoltre, l’ex Governatore aveva spiegato che nell’ipotetico caso che ciò si verificasse, i medici avrebbero proseguito con il parto e in caso rianimato il neonato su richiesta della famiglia, per poi valutare il da farsi.

FALSO

Risulta falsa l’accusa rivolta a Tim Walz su un suo fantomatico sostegno all’infanticidio come una sorta di “aborto post nascita”. Durante la sua amministrazione come Governatore del Minnesota, ha approvato una nuova legge che tutelava l’aborto in tutte le fasi della gravidanza, in linea con altri Stati americani: Alaska, Colorado, New Jersey, New Mexico, Oregon e Vermont. Di fatto, la nuova legge garantiva il già presente diritto all’aborto, già protetto da una sentenza della Corte Suprema del Minnesota del 1995 (Doe v. Gomez).

Donald Trump e la negoziazione di Kamala Harris tra Russia e Ucraina

Trump sostiene che Kamala Harris sia stata mandata a negoziare tra Zelensky e Putin pochi giorni prima dell’invasione del 24 febbraio, di fatto fallendo.

FALSO

Kamala Harris era presente insieme a Zelensky durante la Conferenza di Monaco sulla sicurezza del febbraio 2022. Putin e Lavrov, che aveva partecipato alla Conferenza nelle precedenti 12 edizioni, erano assenti.

Donald Trump e Kamala Harris “Zar del confine”

Il candidato repubblicano attribuisce alla vicepresidente Kamala Harris il controllo e la sicurezza dei confini americani, definendola “Zar del confine”.

FALSO

L’attribuzione data da Trump e dai repubblicani a Kamala Harris risulta fuorviante. Nel 2021, Joe Biden aveva affidato a Kamala Harris l’individuazione delle cause dell’immigrazione proveniente da tre Paesi dell’America centrale (El Salvador, Guatemala e Honduras), non il compito di monitorare i confini americani. Quest’ultimo compito spetta ad Alejandro Mayorkas, segretario del Dipartimento per la Sicurezza Nazionale (DHS).

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