«Stavamo dormendo»: le risposte di Maria Rosaria Boccia (che oggi nega la relazione con il ministro) allo staff di Sangiuliano

La non-consigliera gestiva gli appuntamenti del ministro e coordinava lo staff. A cui aveva fatto capire di stare con lui

«Stavamo dormendo». Maria Rosaria Boccia ha negato di avere una relazione sentimentale con Gennaro Sangiuliano. Anche se l’ormai ex ministro della Cultura del governo Meloni lo ha invece detto in tv. Eppure quando uno dei due non rispondeva al telefono ai collaboratori si scusava così. E nel dicastero dava disposizioni e ordini. Non certo come una Consigliera Grandi Eventi. Chiedeva infatti «il ministro vuoi accompagnarlo tu?» ai collaboratori durante l’organizzazione delle trasferte. Ed è stata lei stessa a far capire all’entourage che non era una semplice professionista. Disponendo anche gli appuntamenti in agenda. E avrebbe fatto sapere in un contesto privato di avere la possibilità di accedere alle chat riservate del ministro.


«Stavamo dormendo»

A parlare del comportamento di Boccia al ministero è oggi Il Fatto Quotidiano. Sangiuliano a Gian Marco Chiocci ha detto di avere con l’imprenditrice «una relazione sentimentale di tipo privato». L’influencer, durante la sua ospitata a In Onda, non lo ha confermato. E ieri in un post in cui tornava a chiedere le scuse ufficiali ha detto di voler «difendere la sua virtù brutalmente offesa». Eppure, quando è arrivata al ministero, Sangiuliano l’ha presentata come un’amica. Mostrando nei suoi confronti da subito una particolare condiscendenza. Proprio quello «Stavamo dormendo», insieme alle foto di coppia sui social e l’attenzione a documentare il suo passaggio ha fatto insospettire lo staff del ministro. Mentre lei si è confidata in via riservata con molte fonti riguardo il suo rapporto con lui.


Le chat su Whatsapp

A una, in particolare, ha proprio detto di avere accesso alle chat su Whatsapp del ministro. Una circostanza raccontata da Domani e da lei successivamente smentita in tv. La non-consigliera da una parte ha tenuto a specificare di avere consigliato al ministro l’ormai famosa “pellicola privacy”. Per non fare vedere i suoi scambi telefonici a chi gli stava accanto. Dall’altra ha ammesso pubblicamente di avere avuto la possibilità di accedere al telefono del ministro. Mentre nessuno del ministero si fa avanti per fornire una verità diversa da quella che Boccia garantisce essere l’unica, in attesa che le indagini facciano il loro corso. Nessuno vuole parlare: «Sono tutti spaventati».

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