Regno Unito, come funziona il nuovo visto per i cittadini Ue: costerà 12 euro e servirà anche per gli scali aerei
Europa e Gran Bretagna sono sempre più lontani. A partire dal 2 aprile 2025 tutti i cittadini dell’Unione europea dovranno dotarsi di un visto elettronico da 10 sterline per poter accedere ai territori d’oltremanica. Una necessità già annunciata dopo la Brexit e che sarà valida per qualunque tipologia di visita, anche quella di un banalissimo scalo aereo. A definire le linee guida è stato un comunicato del Ministero dell’Interno britannico diramato la mattina di mercoledì 11 settembre.
Come si ottiene
Si chiamerà ETA (Electronic Travel Authorization), e già nel nome spiega a cosa servirà: un’autorizzazione elettronica per viaggiare in Gran Bretagna. Non importa per quanto tempo si prevede di permanere, da una semplice ora in aeroporto per uno scalo a una vacanza più prolungata. L’estensione del sistema di visti coinvolgerà tutti i cittadini dell’Unione europea che non possiedono un visto lavorativo o che non risiedono in Gran Bretagna. Il visto costerà 10 sterline (11,80 euro) e sarà interamente digitale, ottenibile tramite la compilazione di un modulo tramite il sito del governo o la nuova app per smartphone UK Eta. Per compilare il modulo ci sarà bisogno del passaporto (e di una foto), di una e-mail, di una fotografia del soggetto e bisognerà rispondere a un questionario sulla sicurezza. Oltre che, ovviamente, di una carta di credito. Londra assicura che la risposta dal governo dovrebbe arrivare via mail massimo entro tre giorni lavorativi e sarà connessa al passaporto. In caso di urgenza è permesso viaggiare nel Regno Unito anche mentre la risposta è in elaborazione. In caso di rifiuto dell’Eta, non è però data possibilità di fare appello e sarà obbligatorio munirsi di visto.
A chi serve
Il visto elettronico non è certo una novità per la Gran Bretagna, ma neanche per gli europei. Già per l’accesso negli Stati Uniti era necessario dotarsi di Esta (Electronic System for Travel Authorization). Mentre per il territorio britannico l’Eta era già attivo per alcuni paesi arabi (Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti), e dall’8 gennaio 2025 sarà in vigore per Usa, Australia, Giappone, Israele e Hong Kong. Per i cittadini dell’Ue sarà attivo dal 2 aprile dell’anno prossimo per i soggiorni di breve durata (inferiori ai 6 mesi) e rimarrà valido per una durata di due anni o fino alla scadenza del passaporto del titolare. Con un solo Eta sarà dunque possibile compiere più viaggi (o più scali) in Regno Unito. Non dovranno dotarsi di visto elettronico gli abitanti di Irlanda, Guernsey, Jarsey e Isola di Man ma anche chi è già in possesso di un visto o di un permesso (per vivere, lavorare o studiare anche se in status di residente provvisorio). Se, però, si è in possesso del visto Creative Worker, l’Eta sarà sufficiente nei casi in cui la permanenza non superi i tre mesi.
A cosa serve
Secondo il governo di Londra «gli Eta garantiscono controlli di sicurezza più rigorosi». Il ministro per la Migrazione e la Cittadinanza, Seema Malhotra, ha specificato che «la digitalizzazione consente un’esperienza fluida ai milioni di persone che ogni anno attraversano il confine, compresi i visitatori che si prevede contribuiranno quest’anno alla nostra economia turistica con oltre 32 miliardi di sterline». Un impegno verso un «moderno sistema di immigrazione» che anche il cambio di guida al civico 10 di Downing Street non ha intaccato. E che anzi sembra una risposta alla misura già annunciata dall’Ue per i cittadini britannici: un visto da 7 euro che limiterà il loro accesso all’area di Schengen, la zona di libera circolazione europea.
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