Omicidio di Viareggio, Cinzia Dal Pino esce dal carcere e va ai domiciliari: «Non volevo uccidere»

La decisione del gip sull’imprenditrice 65enne accusata di omicidio volontario per aver investito volontariamente il suo rapinatore

Cinzia Dal Pino esce dal carcere e va ai domiciliari. L’imprenditrice 65enne di Viareggio, accusata di aver ucciso volontariamente Said Malkoun investendolo con il suo Suv nella tarda serata di domenica, è stata ascoltata dal giudice per le indagini preliminari. Nel colloquio ha reso dichiarazioni spontanee sostenendo di non aver avuto intenzione di uccidere il 47enne, ma solo di volerlo fermare in seguito allo scippo. Non avrebbe poi chiamato le forze di polizia perché il cellulare era nella borsa appena rubata. La Procura aveva chiesto la custodia cautelare in carcere mentre l’avvocato dell’imprenditrice che non venissero applicati provvedimenti o misure alternative al carcere. Ieri è diventato di dominio pubblico un video, ripreso da una telecamera di sicurezza di un negozio di via Coppino, che pare inchiodare la 65enne alle sue responsabilità. Vi si vede il Suv bianco sbucare all’improvviso e schiacciare l’uomo contro una vetrina, poi muoversi indietro e di nuovo avanti sul suo corpo più volte. Prima della fuga. Una vendetta per la rapina appena consumatasi, sono convinti gli inquirenti. D’altronde la donna prima di risalire sul mezzo e allontanarsi, come si vede nel filmato, recupera una borsetta. Eppure non tutto nella dinamica di quanto accaduto è ancora chiaro. «Quell’uomo mi ha minacciata con un coltello», avrebbe detto la donna in lacrime agli investigatori del commissariato di Viareggio e della squadra mobile dopo essere stata identificata e fermata. A quanto risulta però addosso o a fianco del corpo di Malkoun non sarebbe stato ritrovato sin qui alcun coltello.


I dubbi sulla dinamica e sul profilo del rapinatore ucciso

Dal Pino, figura nota in città dove gestisce un noto stabilimento balneare, si trova in carcere a Pisa da lunedì sera. Da quando è stata fermata e s’è resa conto di quanto avvenuto «non fa altro che piangere», riporta il Corriere Fiorentino. Oggi, assistita dall’avvocato Enrico Marzadur, ha risposto alle domande del gip per la convalida del suo fermo. Non è escluso che siano arrivati chiarimenti anche sulla dinamica della rapina e delle presunte minacce con tanto di coltello che avrebbero preceduto gli attimi drammatici poi ripresi dalla telecamera di via Coppino. Gli inquirenti stanno cercando in parallelo di chiarire pure alcuni aspetti legati all’identità dell’uomo rimasto ucciso. Le prime ricostruzioni indicavano Said Malkoun come un 47enne algerino. Ora, riporta sempre il Corriere, s’affaccia l’ipotesi che l’uomo fosse invece di nazionalità marocchina. A quanto risulta, comunque, era un senza fissa dimora arrivato in Italia da irregolare nel 2004: non aveva tuttora il permesso di soggiorno, aveva girovagato per l’Italia in lungo e in largo – da Milano a Palermo – ed aveva a suo carico vari procedimenti penali per precedenti furti e scippi. Doveva essere espulso, e per questo era finito per ben due volte in un Cpr, ma l’operazione non è mai stata eseguita, anche perché l’Algeria non lo avrebbe mai riconosciuto come un suo cittadino. Per questo è rimasto in Italia a vivere di espedienti. Fino al tragico epilogo di domenica sera.


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