Una risposta della FDA non smentisce l’esistenza del virus dell’aviaria

Una risposta ottenuta da un’attivista è stata interpretata in maniera del tutto fuorviante

Riscontriamo diverse condivisioni Facebook di una clip dove si sostiene che non vi sarebbero prove dell’esistenza del virus dell’aviaria. Questa teoria del complotto si basa su una richiesta di accesso agli atti alla FDA da parte di Christine Massey, che ha riportato le risposte dell’ente americano in un articolo del suo blog sulla piattaforma Substack. Secondo l’autrice, siccome l’Agenzia statunitense afferma di non avere il compito di catalogare le tracce genomiche dei patogeni, allora assumerebbe l’esistenza dei virus – compreso SARS-CoV-2 – senza averne le prove.

Per chi ha fretta:

  • Christine Massey ha chiesto all’FDA, mediante il FOIA, di fornire prove sull’esistenza del virus dell’influenza aviaria.
  • L’Ente risponde che la sua competenza riguarda la sicurezza dei farmaci non la catalogazione delle prove sull’esistenza dei patogeni.
  • Questa risposta è stata interpretata come una ammissione di mancanza di evidenze, ma chiaramente non è così.

Analisi

Riportiamo di seguito alcuni punti salienti dell’audio in oggetto sul complotto del virus dell’aviaria di cui esistenza l’FDA non avrebbe prove:

La Food and Drug Administration […] ha dovuto ammettere di non avere prove scientifiche a sostegno dell’esistenza del virus dell’influenza viaria. […] Usando il Freedom of Information Act degli Stati Uniti, l’attivista per i diritti civili Christine Massey Fois ha preteso una serie di risposte dalla FDA. Le risposte fornite da Sarah Kotler, direttrice del Dipartimento per la Libertà d’Informazione, dimostrano quanto segue. Primo, non esistono documenti che descrivano la purezza delle particelle ritenute essere virus dell’influenza viaria provenienti direttamente da fluidi corporei, tessuti e scrementi dei cosiddetti ospitanti.

Secondo, non esistono documenti in cui il presunto genoma di un presunto virus dell’influenza viaria sia stato trovato intatto nei fluidi corporei, tessuti, feci di un ospitante e non sia stato prodotto in silico, cioè utilizzando un modello computerizzato. Terzo, non esistono documenti che supportino scientificamente l’infezione con la malattia o i sintomi causati dai virus dell’influenza viaria. Questi erano i documenti richiesti, ma la FDA non è stata in grado di esibirli. […] Pertanto non abbiamo documenti che aiutino.

Fois aveva preteso tutti i documenti e gli studi che potessero provare scientificamente l’esistenza dell’influenza aviaria, ma la FDA dichiara di non disporre della suddetta documentazione. Tuttavia la FDA può pubblicare aggiornamenti sull’influenza aviaria definendola agente patogeno altamente contagioso. […] Voi cosa pensate? È il caso di farlo sapere alla neonata in Italia commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del virus Sars-Cov-2? Che parte male perché parte dal presupposto indimostrato che sia stato il Coronavirus ad aver causato l’emergenza sanitaria e non il terrorismo mediatico abbinato ai protocolli Speranza.

Facciamo notare che la fonte principale si chiama solo Christine Massey, non «Fois», che sta invece per «FOIs», ovvero i documenti ottenibili dalla pubblica amministrazione mediante il FOIA (Freedom of Information Act). Questo dato può essere chiarito semplicemente cliccando sul link della firma dell’autrice in cima all’articolo.

Massey ha usato il medesimo metodo per sostenere che non vi fossero evidenze dell’esistenza del Mpox (leggete l’articolo di David Williams per AAP). Prima ancora aveva sostenuto la non dimostrata esistenza del SARS-CoV-2 (maggiori approfondimenti nell’articolo di Michelangelo Coltelli per Butac).

Perché l’FDA non ha dubbi sull’esistenza del virus dell’aviaria

«La FDA confessa: zero prove scientifiche di “virus dell’influenza aviaria” o di contagio – titola Massey -, nemmeno un “genoma” trovato da qualcuno… da nessuna parte». Tutto questo perché l’Agenzia americana che deve stabilire la sicurezza dei farmaci e degli alimenti non è competente a depositare le tracce genomiche dei patogeni. A livello logico sarebbe come sostenere che Sergio Mattarella non esiste, perché il Quirinale non rilascia i certificati di nascita dei suoi inquilini, né ha conservato tracce genetiche degli stessi. Visto che fare domande ignorando quali enti siano competenti a rispondere non ha valenza scientifica, vediamo allora perché l’FDA non ha ragione di dubitare dell’esistenza del virus dell’aviaria.

L’influenza aviaria – il cui virus secondo altre narrazioni complottiste sostenute dai No vax esiste eccome, ma non avrebbe origini naturali -, purtroppo non è una invenzione di alcuni tipo e il patogeno che la causa continua a venire isolato, similmente a quanto succede con SARS-CoV-2, l’Hiv, e altri patogeni responsabili di epidemie nel mondo. Già in risposta alle stesse domande sull’esistenza del Mpox, una portavoce dell’Agenzia aveva spiegato a AAP FactCheck, che «la risposta della FDA […] è stata caratterizzata in modo inappropriato negli articoli citati. La richiesta [FOI, Nda] faceva riferimento a documenti specifici non conformi alle richieste».

Secondo quanto riporta l’OMS esistono diversi sottotipi di influenza aviaria a seconda del virus A(HxNy) che potrebbe causarla. Leggiamo cosa riporta la pagina dedicata del nostro ministero della Salute:

«I virus influenzali di tipo A sono di grande importanza per la sanità pubblica a causa del loro potenziale zoonosico (trasmissione dagli animali all’uomo) e, data l’elevata trasmissibilità, nel caso in cui siano in grado di trasmettersi da uomo a uomo, possono essere in grado di causare una pandemia influenzale.
[…] I sottotipi dei virus dell’influenza aviaria più patogeni, siano essi circolanti in uccelli selvatici o in volatili domestici, appartengono ai sottotipi H5 (H5N1 – H5N8), H7 (H7N7) e H9 (H9N2), mentre quelli dell’influenza dei suini appartengono ai sottotipi H1 (H1N1) e H3 (H3N2). Questi virus influenzali che colpiscono gli animali sono distinti dai virus dell’influenza umana e non si trasmettono facilmente tra le persone».

Per maggiori informazioni sulla mole di dati a conferma dell’esistenza di questi patogeni e il loro collegamento con l’aviaria suggeriamo la lettura di un report del 2023 dell’OMS con tutti i riferimenti agli studi, alle indagini e alle analisi statistiche. Così chi vuole avrà dei riferimenti più consoni a cui mandare le proprie richieste, invece di disturbare degli enti che devono assolvere ad altri compiti, più inerenti alla sicurezza ed efficacia delle strategie farmacologiche da attuare.

Conclusioni

Che esista un virus dell’aviaria che coi suoi sottotipi causa questo genere di influenza esistono continue conferme nel mondo. Il fatto che l’FDA si occupi di vigilare sulla sicurezza dei farmaci e non di catalogare tutte le tracce dei patogeni non dimostra il contrario, al massimo può essere indizio del fatto che sono state fatte delle domande formulate male, oppure all’ente sbagliato.

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